02 sala ama calasanzio seminario


La didattica si articola nell’apprendimento delle discipline di base (movimento, danza, voce, canto, fonetica, recitazione, dizione) cui si affiancano le aree di ricerca espressiva (lettura e interpretazione di testi, improvvisazione,  composizione, scrittura teatrale e cinematografica, elementi della messinscena) e culturale (storia del teatro con un approfondimento sulla figura di Carmelo Bene)

Ogni anno registi e attori ospiti di riconosciuto valore nel panorama nazionale e internazionale arricchiscono la didattica con master class, seminari intensivi e laboratori di creazione dedicati  allo studio e alla pratica di diversi linguaggi, metodi e poetiche teatrali che si concludono con brevi dimostrazioni aperte al pubblico.

Si offriranno agli allievi tutti gli strumenti utili per arrivare a essere un attore totale, capace di mettere in gioco tutte le sue abilità di azione e competenze.

La formazione pratica sarà contestualizzata dal punto di vista artistico e culturale, attraverso scambi di buone pratiche, incontri con scrittori, docenti universitari, attori e artisti dal rilevante profilo professionale e culturale il cui obiettivo sarà una qualificazione artistica e professionale al fine di inserire gli allievi in contatto diretto con il mondo del lavoro dello spettacolo.

Ogni incontro si collegherà a temi e visioni del mondo contemporaneo, saldamente ancorato alla vocazione e al patrimonio culturale del Mediterraneo, alla sua identità mobile e plurale.

CALENDARIO DIDATTICO

Inizio attività didattiche mercoledì 27 ottobre 2021

Lezioni: ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15.00 alle 20.00

Masterclass 2021-22:  Il percorso di formazione è aperto anche ad esterni non iscritti all’Accademia Mediterranea dell’Attore. Ogni masterclass ha una durata di 30 ore dalle 16.00 alle 22.00

Masterclass di recitazione con Roberto Latini 

Masterclass di drammaturgia con Sonia Antinori 

Masterclass sul corpo sonoro della voce con Chiara Guidi

Masterclass di scrittura cinematografica con Daniela Gambaro

Masterclass di recitazione con Arturo Cirillo

Masterclass di recitazione con Serena Sinigaglia

Consulta il programma completo delle masterclass qui

 

Gli incontri aperti al pubblico per la formazione culturale e gli incontri extra-curricolari con artisti e operatori del settore si svolgeranno durante la settimana in giorni, eventuali variazioni di orari verranno comunicati tempestivamente agli interessati.

Per informazioni su iscrizioni e anticipazioni per il nuovo anno consultare le sezioni news e bando

PROGRAMMI DI LAVORO

• Barbara Toma Danza e Movimento

• Ippolito Chiarello Recitazione Teatrale

• Carla Guido Dizione

• Silvia Lodi Voce e Canto

• Marco Falcomatà Lettura e interpretazione dei testi

Paola Martelli Dizione

• Roberto Latini Recitazione

• Sonia Antinori Drammaturgia

• Chiara Guidi Voce

• Daniela Gambaro Scrittura Cinematografica

• Arturo Cirillo Recitazione

• Serena Sinigaglia Recitazione


Barbara Toma

Come guida dei corsi AMA sarà mio compito collaborare all’integrazione del lavoro con le altre guide allo scopo di sviluppare il potenziale espressivo del futuro attore e di liberare le sue capacità.

Per trasmettere un messaggio, comunicare un’emozione o raccontare una storia, le parole non sono l’unico strumento che abbiamo a disposizione, c’è una forma potente di linguaggio condivisa da tutto il genere umano e basata sui gesti e sulle espressioni: il non verbale. Il percorso didattico delle Tecniche della Danza, parallelo allo studio degli stili interpretativi, amplia le possibilità espressive attraverso le molteplici possibilità dello strumento del corpo.

Partiremo dalle tecniche della danza per lavorare sul senso di sé e la consapevolezza del proprio corpo in relazione allo spazio e agli altri. Lavoreremo sulla presenza scenica, l’ascolto di gruppo, l’abilità di organizzare istantaneamente il corpo, il suono e l’azione scenica, la memoria fisica e la capacità di lavorare su più livelli contemporaneamente (voce, corpo, testo, azione, interazione).

Per il primo anno il lavoro si concentrerà sulla dinamica di gruppo e il raggiungimento di un livello di tecnica omogeneo per tutta la classe. Per il secondo anno invece il lavoro sarà volto a perfezionare l’essere in scena e il lavoro dell’attore, cercando di mettere in risalto le capacità creative e i talenti individuali.

Di fondamentale importanza sarà lo sviluppo di una forte disciplina, dagli allievi mi aspetto il massimo impegno nello studio, grande autodisciplina e molto coraggio, qualità indispensabili per affrontare la complessità dei compiti dell’attore!

Il training comprende : esercizi di Resistenza fisica (importantissima nel lavoro in scena), tecniche di rilassamento, stretching, elementi di yoga, flying low tehcnique (lavoro a terra), contact improvisation, improvvisazione, composizione e interazione fisica volti a rafforzare una consapevolezza scenica, analisi del proprio movimento naturale, esplorazione della struttura corporea, ricerca di movimento, studio del ritmo, del fraseggio e della dinamica e studio della relazione tra suono/voce e movimento.


Silvia Lodi

Voci D’Aria

Scoprire la voce come estensione del proprio corpo, della propria anima. Emozionarsi coi suoni scoprendoli e ricercandoli nelle molteplici gradazioni di colore possibili. Tutto parte dal silenzio, dalla capacità dell’ascolto come possibilità di creare un incontro con gli altri. Il canto è una comunicazione armoniosa. Si parte da un lavoro fisico di base costruito attorno a semplici esercizi di respirazione, emissione, ritmo e armonia, per arrivare ad un lavoro individuale e di gruppo su intenzioni ed espressività attraverso semplici canti della tradizione popolare, italiani e internazionali e a piccoli testi poetici di autori contemporanei.


Marco Falcomatà

FOCUS SU PINTER
Esplorare il rapporto tra personaggi pinteriani. Il fine laboratoriale sarà quello di affrontare il più grande autore del 900 e di conseguenza i suoi personaggi, attraverso il rispetto profondo dell’interiorità di ognuno di noi, entrando in quel territorio di apparente disorientamento, di varietà, grandezza, profondità che è lo stile Pinteriano, tentando di scoprire l’arte della sua parola teatrale.
Altro aspetto fondamentale nella ricerca dei rapporti e dei personaggi è rappresentato dal silenzio, altra condizione molto presente nelle sue commedie.
Silenzio che a mio modo di vedere esprime un’immagine chiara, profonda, sensibile che i personaggi devono custodire gelosamente.
“è nel silenzio che, per me, i personaggi acquistano una maggiore presenza.” H.P.
Una full immersion in cui tenteremo di avvicinarci con cautela all’interno del magico mondo Pinteriano.

I partecipanti lavoreranno su alcune scene, selezionate dal docente, tratte dai seguenti testi di Harold Pinter: L’amanteVecchi tempiTradimentiIl compleannoIl custode.

I testi delle scene saranno inviati agli iscritti nei giorni precedenti alla masterclass.


Paola Martelli

La comunicazione umana non si esaurisce nel messaggio verbale formalizzato dalla grammatica e dalla sintassi, ma implica più variabili, tra le quali c’è la componente “paralinguistica”: fenomeni come il colore, l’accento, il tono della voce, il ritmo dell’eloquio sono strettamente connessi al messaggio verbale, ne influenzano il significato effettivo e concorrono a realizzare l’intenzione comunicativa.

La voce fornisce indizi e informazioni sulla personalità e sullo stato d’animo del locutore; può tradire nervosismo, paura, insicurezza o, al contrario, comunicare entusiasmo, competenza, affidabilità. È lo strumento più prezioso che abbiamo a disposizione per esprimere pensiero e sentimenti, eppure non accordiamo alla nostra immagine sonora l’attenzione e la cura che riserviamo all’aspetto fisico.

L’acquisizione di una pronuncia priva di difetti e di un’ampia gamma di possibilità interpretative sul piano vocale è indispensabile nella formazione di chiunque operi a contatto con il pubblico, nelle professioni dello Spettacolo e dell’Informazione come in quelle sanitarie, giuridiche, commerciali, turistiche, didattiche e formative.

Quante persone sono afflitte da una voce debole o troppo acuta o tremolante, oppure da un difetto di pronuncia? Quante, costrette a parlare a lungo senza un’adeguata preparazione vocale, sono soggette ad alterazione o perdita della voce? Quanti, anche soltanto per pigrizia, sono indotti a parlare riducendo al minimo il gioco dei muscoli facciali e di tutti gli organi che contribuiscono a rendere chiara la parola? C’è chi parla troppo in fretta, chi, al contrario, troppo lentamente, chi ha un eloquio noioso, perché monocorde e incolore, chi si esprime con una marcata cadenza dialettale, chi dissemina il proprio discorso di espressioni e suoni superflui (“ehm… “, uhm… “, “praticamente… “, “diciamo… ” etc.).

Questi problemi possono essere risolti grazie a un percorso teorico-pratico come quello che seguiremo durante le attività didattiche:

Il percorso formativo sarà avviato dopo una breve presentazione degli aspetti paralinguistici della comunicazione umana e di alcune note di filosofia dell’espressione vocale. 

  • La respirazione: Per acquisire una respirazione funzionale alla corretta emissione del suono, praticheremo esercizi volti al miglioramento dello “stile respiratorio”. Questa pratica, abbinata a tecniche di rilassamento, produce anche il controllo della tensione fisica e mentale, causa di alterazione della voce e di riduzione del potenziale espressivo dell’attore.
  • L’articolazione: La corretta articolazione dei suoni, conseguente al movimento del corpo linguale e dei muscoli facciali intorno all’organo vocale, è condizione primaria ed essenziale per una pronuncia priva di errori. Eseguiremo esercizi per migliorare l’articolazione e correggerne gli eventuali difetti (articolazione insaponata, problemi nella pronuncia della “r”, della “s”, del digramma “gl”, confusione di suoni affini: “p-b”, “t-d”, “u-v” etc.) e impareranno a gestire gli atteggiamenti dinamici del tratto vocale che, in quanto cavità di risonanza, determina la qualità ultima della voce e dà un’impronta personale alla fonazione.
  • L’ortoepia: L’apprendimento delle norme che regolano la pronuncia italiana costituirà una fase fondamentale del percorso formativo.
  • L’igiene vocale: Sarà riservata particolare attenzione alle norme generali d’igiene ambientale e a quelle specifiche di conservazione e gestione della funzione laringea.
  • L’allenamento vocale: L’intelligenza umana sostenuta da adeguati stimoli educativi può tenere sempre attivo il controllo della voce, nella comunicazione quotidiana come in quella professionale e artistica. Saranno presentate agli allievi alcune tecniche in grado di trasformare una voce monocorde in un’altra ricca di toni e di colori e perciò atta a esprimere un eloquio gradevole, interessante e fortemente evocativo.

La stenografia scenica: La stenografia scenica, impiegata nell’impostazione recitativa del copione teatrale, si riferisce a tutte le possibilità d’impiego della voce suddivise nelle tre categorie della tonalità, del ritmo e del volume. Si tratta di alcuni segni da apporre alle battute e alle frazioni di battute, coerentemente con la sequenza degli stati d’animo del personaggio, ampiamente discussi prima di scegliere la soluzione tecnica più adeguata sia sul piano vocale sia su quello dell’azione scenica: la pagina del copione risulta allora segnata come una partitura musicale. La sua applicazione richiede competenza nella gestione dell’apparato articolatorio e degli atteggiamenti dinamici del tratto vocale, insieme alla capacità di tenere sempre attivi il controllo della voce e la consapevolezza relativa al suo funzionamento. In quanto punto di riferimento saldo per l’attore nonché colto e raffinato approccio al testo, la stenografia scenica si rivela prezioso strumento didattico e, nelle mani del regista, efficace metodo di lavoro con gli interpreti.


Ippolito Chiarello

Testo di riferimento: IL NASO di Nikolaj Gogol

Le creature del racconto – la mia versione dei fatti.
Mi sono chiesto cosa mi succederebbe se perdessi il mio naso, un naso anche importante il mio. Essendo un attore e un autore naturalmente è diventata una nuova piccola sfida da condividere con un pubblico. Il testo di Gogol è un ottimo punto di partenza per sviluppare questa sfida. Come raccontare la stessa storia con motivazioni e storie di vita diverse. Indagare le possibilità: la narrazione solitaria, la rappresentazione corale.

Scheda didattica generale

Il lavoro come obiettivo
L’attitudine e l’ atteggiamento per fare il viaggio
L’ascolto come metodo
Le domande come ossessione
La ripetizione consapevole delle pratiche come allenamento
Lo scrivere come memoria del senso e del percorso
L’attore e la storia come unico strumento
Unicità della propria macchina attoriale
Lo sguardo su quello che mi circonda come serbatoio
L’unicità di ogni percorso di formazione legato alla guida
La comunità come obiettivo

Sulla scorta di progetti di teatro collaudati e orientati in questi anni a ricreare una relazione sentimentale, privilegiata e necessaria con il pubblico e il nuovo pubblico, il pubblico che bisogna ri-conquistare, vorrei sviluppare un lavoro che, oltre alla pratica attoriale, si concentri anche, al fine di rendere questa pratica ancora più consapevole, sull’azione legata all’ambiente circostante: il pubblico, il quartiere, la città, l’educazione, il contatto, la relazione. Per educare nuovo pubblico per il teatro e per la vita di tutti i giorni.

Il mio lavoro parte, prima che dalla tecnica, che ha a che fare con tempi molto più elaborati e personali, da un lavoro sulla consapevolezza del dire e dell’agire e sulla scoperta delle specificità di ogni attore. Il lavoro è a tutto tondo e non ha delle materie suddivise e schematicamente scritte, ma si rifà a una mia esperienza diretta in questo lavoro.

In un’esperienza di formazione non ci sono delle “materie” da studiare, ma delle pratiche da scoprire e teorizzare. Pratiche che essenzialmente sono legate al “maestro” che le condivide.

Ogni esperienza è unica.

Si parte dalla riappropriazione delle proprie facoltà umane: dire, fare, sentire. Si parte alla ri-scoperta del proprio strumento di lavoro che è il corpo e si attraversano le pratiche per riusarlo nella dinamica della rappresentazione. Costruito il corpo attraverso pratiche ed esercizi per allenarlo, si ri-trova la voce di questa macchina attoriale. Nulla che non si sappia già fare. Bisogna solo imparare a smontare l’automatismo e usare tutte le nostre possibilità espressive con coscienza. Scoprire la propria “cifra” comunicativa è essenziale per non ridurre il lavoro a una mera accumulazione di tecnica che rende l’attore senza “carattere”.

Ci alleneremo lavorando, per raggiungere questi obiettivi, con la tecnica del monologo il primo anno e del dialogo nel secondo anno.


Carla Guido

Il corso di dizione comprende anche il percorso di consapevolezza vocale, poiché le due discipline sono inscindibili e necessitano della conoscenza assoluta della respirazione intercostale diaframmatica. Il programma prevede l’apprendimento delle regole fonetiche, fisiologia dell’apparato vocale e respiratorio. E ovvie esercitazioni. Il lavoro che si svolgerà sarà collettivo di supporto a quello individuale, poiché ogni essere parlante è unico e richiede quindi, uno studio e una tecnica preposti a migliorare l’arte della parola di ognuno.


Roberto Latini

METAMORFOSI, declinazioni

Dal testo fondamentale di Ovidio, teorie e pratiche, riflessi e riflessioni, per scrivere scenicamente.

Attraverso esercizi di costruzione e decostruzione della proposta, il modulo sollecita le grammatiche del dire nella progressiva reinterpretazione dei concetti ascolto e relazione.


Sonia Antinori

Sottopelle

Dai popoli indigeni impariamo che la pelle è la pergamena su cui si stende il nostro percorso biografico. 

Che si tratti del corpo magnificato nella sua dimensione socio-simbolica dalle cicatrici ornamentali e le pigmentazioni di Asia o Africa o delle pieghe che raccontano la vita sulle facce degli anziani, il nostro apparato fisico è il segno di un patrimonio unico, scaturigine di materiale creativo di cui spesso si resta inconsapevoli. La capacità di conoscere e salvare le proprie risorse autobiografiche e di comporle in un disegno articolato per farne spunto comunicativo è essenziale a livello umano, imprescindibile a livello artistico. 

Il nostro laboratorio si propone di indagare le potenzialità della drammaturgia a partire dal proprio corpo, dalla propria memoria fisica individuale, sperimentando attorno al tema della propria identità (personale, culturale, linguistica, ecc.), prendendo confidenza con la propria e l’altrui memoria, con i più semplici ma efficaci parametri narrativi, con una pratica di scrittura connessa a una lingua viva, applicata in forme di creazione autonoma.

Attraverso un percorso conoscitivo che non prescinde dall’approfondimento dei modelli di alcuni dei maestri della scena contemporanea (da Jan Lauwers a Falk Richter, da Milo Rau a Rimini Protokoll) nell’esplorazione della sottile linea di demarcazione di personale e politico, si applicheranno tecniche di composizione individuale tra recitazione e scrittura, per mezzo di improvvisazioni ed estemporanee.

Obiettivo del corso è favorire una presa di coscienza delle proprie doti di generatività: ascolto, cura, partecipazione e accoglienza di sé e del mondo per avanzare nella ricerca del proprio individuale gesto artistico nel contesto di una dimensione collettiva. 

Un viaggio che va dal corpo alla parola, per restituire la parola al corpo.


Chiara Guidi

Porremo l’attenzione al corpo sonoro della voce per esplorarne l’azione. I timbri, i toni, le altezze, le intensità sono in sé un atto drammaturgico e, attraverso la “Tecnica molecolare”, cadremo nel corpo del testo: a morsi, strapperemo le varie parti della parola (sillabe, vocali, consonanti).
Faremo esercizio perché solo nella pratica si può “interpretare” il suono della nostra voce e scoprire che nelle viscere esiste un cantare sottocutaneo che ci permette di ritrovare non l’aspetto esteriore dei significati ma la loro forma sempre pronta a un continuo e impossibile disvelamento.


Daniela Gambaro 

Dall’idea alla sceneggiatura. Gli step della scrittura cinematografica: idea, soggetto, scaletta, sceneggiatura. 
L’idea: come nasce, come capire se è valida, come svilupparla.
L’importanza della semplicità, la difficoltà della semplicità.
Il soggetto: come si scrive, come si riscrive. La trama e il personaggio. 
La scaletta: come scrivere una scaletta funzionale, come metterla alla prova.
Ultimo passo: la sceneggiatura. E le sue molteplici riscritture.
Esempi e analisi dei vari step.
La scena. Di quali parti è composta. Come interagiscono il verbale e il visivo all’interno della scena. Perché è importante conoscere a fondo il personaggio per scrivere una buona scena. 

Scrittura della scheda di un personaggio: chi è, da dove viene, come parla, quali sono i suoi desideri e le sue paure. 
Analisi di una scena muta. Analisi di una scena dialogata. 
Prove di scrittura di una scena e discussione collettiva.
Visione e analisi di un cortometraggio. 
Stesura di una scaletta desunta. Entrare nella struttura di un’opera esistente per capirne il funzionamento. Perché sono state fatte quelle scelte? Se ne potevano fare altre? Discussione delle idee e loro sviluppo. 
Prove di stesura di una scaletta alternativa dell’opera visionata e discussione collettiva. 


Arturo Cirillo

Per cinque giorni lavoreremo con gli allievi dell’Accademia Mediterranea dell’Attore su alcune scene che loro avranno precedentemente scelto e studiato in autonomia, scene tratte dall’opera completa di Annibale Ruccello. Avendolo molto frequentato scenicamente, ed amato la sua scrittura e il mondo che porta in scena, lavorerò con gli allievi su le scelte interpretative e anche su la lingua di Ruccello che spesso è il napoletano più che l’italiano. Napoletano che i ragazzi dell’Accademia leccese affronteranno chiaramente lavorando su le molte affinità che ci sono tra le due forme dialettali, e sopratutto su una notevole facilità che ho sempre riscontrato negli attori pugliesi nel recitare in napoletano


Serena Sinigaglia

Mio padre

Un monologo a memoria a scelta dalla Tempesta di Shakespeare, qualsiasi edizione.

Un racconto max 2 pagine A4 sul tema: il ricordo più importante che mi lega a “mio padre” o mi slega da ” mio padre” (padre da intendersi no gender, ovvero può essere madre o padre a seconda del rapporto, quindi per “padre” intendiamo la figura famigliare più normativa per il figlio)

Vestiti comodi per poter fare training.

 

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