Ultimo appuntamento venerdì 8 maggio alle 15.30, di TEMPORA/CONTEMPORA, il focus internazionale sul linguaggio del corpo nelle arti performative e nella contemporaneità, evento aperto al pubblico in video-meeting su Zoom, organizzato da AMA-Accademia Mediterranea dell’Attore e dal Museo Castromediano di Lecce.

Molti gli artisti e i rappresentanti istituzionali del mondo dello spettacolo e della cultura che parteciperanno all’incontro di chiusura, tra questi Alessandro Pontremoli, docente di Storia della danza Università di Torino. Un ciclo di quattro appuntamenti, quello di Tempora/Contempora ideati a seguito dell’emergenza sanitaria che ha impedito l’organizzazione della rassegna internazionale di spettacoli, performance, installazioni e talkdal vivo con giovani artisti e compagnie, all’interno del Convitto Palmieri e del Museo Castromediano a Lecce.

Alessandro Pontremoli

All’incontro in programma venerdì 8 maggio alle 15.30 parteciperanno:

Alessandra Cristiani e Marcello Sambati (spettacolo Clorofilla); Biagio Caravano e  Laura Scarpini  (spettacolo Quattro danze coloniali); Francesca Foscarini e Cosimo Lopalco (spettacolo Kill me please); Gemma Di Tullio, responsabile danza per il Teatro Pubblico Pugliese; Alessandro Pontremoli, docente di Storia della danza Università di Torino; Luigi De Luca, direttore del Polo-Bibliomuseale di Lecce, Benedetta Pati, attricee Franco Ungaro, direttore Accademia Mediterranea dell’Attore.

Di seguito e in allegato schede e foto degli artisti.

Per partecipare all’incontro di TEMPORA/CONTEMPORA su ZOOM è sufficiente scrivere un’email a info@accademiaama.it. Altre informazioni su www.accademiaama.it, tel.  338 3746581

Il focus fa parte del progetto INTRECCI MERIDIANI#2 realizzato nell’ambito delProgramma Straordinario 2020 in materia di Cultura e Spettacolo della Regione Puglia in collaborazione con Museo Castromediano e Polo Biblio-Museale di Lecce e EU Japan Fest Committee di Tokyo.

Tempora/Contempora si inserisce nell’iniziativa di Polo biblio-museale di Lecce e il DAMS dell’Università del Salento #LaCulturaRestaAccesa per promuovere la diffusione online di materiali d’archivio legati a musica, danza, teatro, archeologia, arte contemporanea, letteratura, editoria. L’evento sarà successivamente diffuso sul canale YouTube CRA #laCulturaRestaAccesa

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SCHEDE DEGLI ARTISTI OSPITI (foto in allegato)

1 – Alessandra Cristiani e Marcello Sambati

Spettacolo

CLOROFILLA (danza e poesia/ performance e installazione)

A che serve il tuo, il mio sguardo? Chi ci rivendica?

I Atto: Clorofilla – II Atto: L’animale di ritorno

dai libri Esitazioni e Tenebre del poeta e attore Marcello Sambati

concept e performance Alessandra Cristiani

produzione Pindoc, in collaborazione con Lios e Officina Dinamo. Fucina creativa

con il sostegno di Armunia Festival Equilibrio; con il contributo di La società dello spettacolo, Centro di Residenza Foligno InContemporanea e MIBACT, Regione Siciliana

Il corpo come una reliquia è abbandonato nella nudità di uno spazio. Gli unici atti possibili sono verso se stessi, nell’attesa e nel bisogno di ritrovare la sacralità di una profonda natura. E’ una prima esposizione percettiva. Ne deriva una seconda dove si è mossi da furori interni, animalità sonore, voci esterne. Si è spinti quasi al limite, per ricontattare l’epicità delle proprie forze e la gravità spirituale di un senso ulteriore. L’inquietudine del lavoro si misura nel desiderio e mistero di poter avvertire un indicibile corporeo, un invisibile poetico, qualcosa come un’ombra che sembra costantemente scivolarci accanto densa e silenziosa. L’atto del guardare è l’atto del guardarsi, di portarsi al confine dei sensi e delle visioni e registrarne gli odori. www.alessandracristiani.com

2- Francesca Foscarini /Cosimo Lopalci/Melina Sofocleus

Spettacolo

PUNK KILL ME PLEASE

Ideazione e creazione: Francesca Foscarini, Cosimo Lopalco; Interpretazione e co-creazione Francesca Foscarini, Melina Sofocleous; Produzione Van con il sostegno di Festival Danza in Rete 2020/Vicenza-Schio, Centrale Fies_art work space, Tanzhaus Zurich

Partendo dalla drammatica relazione tra Sid Vicious e Nancy Spungen, coppia iconica del Punk Rock britannico, il lavoro dà vita a due corpi femminili (in scena Francesca Foscarini e Melina Sofocleous) soggetti a trasformazioni continue e iconiche: sono corpi autogeneranti e onnipotenti, sensuali e appassionati, buffi, elettrizzati e mostruosi. Condividendo la stessa protesta, la stessa rabbia e passione per la vita, si ergono a paladini di ribellione e follia, amore e uguaglianza, e mettono in scena un manifesto vivente di femminismo, coraggio, forza, ironia e libertà.

Attraverso una messa in scena coreografica dei passaggi che hanno caratterizzato tale movimento, l’intento delle performer è quello di scardinare e sviscerare le idee non solo artistiche ma, soprattutto, filosofico-politiche che si celano dietro ad uno dei più discussi movimenti della storia musicale mondiale.

3- MK di Roma  (Philippe Barbut, Biagio Caravano, Sebastiano Geronimo e Laura Scarpini)

Spettacolo

QUATTRO DANZE COLONIALI VISTE DA VICINO

Il giro del mondo in 80 giorni, MK, foto Andrea Macchia

Produzione mk 2011 e Armunia Festival Costa degli Etruschi con Philippe Barbut, Biagio Caravano, Sebastiano Geronimo e Laura Scarpini; musica Lorenzo Bianchi Hoesch; coreografia Michele Di Stefano; organizzazione Carlotta Garlanda; distribuzione Jean François Mathieu; con il contributo MIBACT.

Utilizzando una retorica e un immaginario “coloniali”, QUATTRO DANZE COLONIALI VISTE DA VICINO funge da ingresso in un mondo ambiguo di esaltazione di una lotta di potere fatta da sopraffazione e negoziazione che rimanda alle difficoltà di ogni incontro quotidiano con la differenza.

Lo spettacolo critica la figura onnivora del turista occidentale, a caccia di un altrove sempre più difficile da trovare al di fuori del suo immaginario. La retorica coloniale è piena di immagini ambigue sul negoziato incessante tra uomini e tra culture per la gestione dello spazio, dei luoghi, del tempo e persino della vita. Su tali immagini queste quattro danze si proiettano come una sfocatura, come una condizione percettiva dei confini su più livelli, uno dei quali è proprio l’accettazione neutrale e naturale della condiziona umana. “Le danze coloniali, così come il progetto su Il giro del mondo in 80 giorni dal quale prendono le mosse, vogliono operare nella costruzione di uno spazio reale dove mettere in potenza, il più possibile, episodi di indagine sull’incontro e la distanza tra i corpi, partendo dall’assunto che ciò che è distante è sempre vicino a qualcos’altro”. Michele De Stefano