Si conclude una nuova tappa del progetto di teatro sociale Papillon Teatro, a cura dell’accademia AMA che da quattro anni porta avanti un laboratorio biennale per le persone detenute nella sezione maschile della Casa Circondariale Borgo San Nicola di Lecce.

Quest’anno per la prima volta il laboratorio ha intrapreso un doppio percorso: uno destinato al gruppo giunto al suo secondo anno di pratiche teatrali e un secondo laboratorio dedicato a un gruppo di allievi-attori alla loro prima esperienza.

Quest’ultimo, guidato dalle attrici pedagoghe Carmen Ines Tarantino e Veronica Mele, è formato da 12 allievi impegnati in un laboratorio di prima acquisizione dei linguaggi teatrali.

Utilizzando il noto testo di Alessandro Baricco Novecento, gli allievi hanno intrapreso un percorso creativo multidisciplinare. Attraverso l’ascolto di letture ad alta voce del testo, sono stati svolti laboratori di esplorazione dei temi e di emersione di nuovi contenuti con tecniche di scrittura istintiva e creativa.

Sono stati quindi svolti percorsi sensoriali, training dell’immaginazione, esercizi di improvvisazione del corpo, del movimento e della parola, attività di manipolazione di materiali e colori, con la realizzazione anche di piccoli abbozzi scenografici. Un percorso di indagine interiore alla ricerca di immagini e significati, dell’espressività corporea e delle parole dette e non dette; per scoprire che siamo tutti circondati da messaggi e segnali che possono arrivare da ogni dove, quando meno ce lo aspettiamo, dal mare, dalla terra, dal cielo.

L’incontro di martedì 21 marzo alle 11.30 sarà un momento di condivisione di un percorso che non può dirsi concluso, tutt’altro: è di fatto una lezione a porte aperte, quella in cui, nell’atto di condividere ciò che si è fatto in questo primo anno di laboratorio, si comprende il senso dell’azione teatrale, pur nella sua fragilità e imperfezione.

Trattandosi di un incontro laboratoriale a porte aperte, per chi vi partecipa, allievi ed esterni, ci saranno continui momenti di interazione e coinvolgimento attivo.

Il tutto accompagnati dalle suggestioni che un testo straordinario, come il monologo del pianista sull’oceano nato su una nave e di lì mai sceso, continua a regalarci.

Una storia che racconta di musica, di mare, di immaginazione, di amicizia e di scoperte. Una storia sulla vita che appassiona, colpisce duramente e che diverte, così come, del resto, accade nella vita vera.

FOTO DI MICHELE AMORUSO