REPORT:

RESIDENZA DRAMMATURGICA A PESARO | STEFAN CAPALIKU DAL 1 AL 6 SETEMBRE 2023

Durante questa residenza ho voluto dimostrare che a teatro si può parlare del tema del cambiamento climatico.

1 Settembre

Durante il primo giorno ci siamo chiesti se la crisi climatica richiede di ripensare al nostro posto nel mondo, riconoscendo le nostre responsabilità e ci chiama all’azione domandandoci di immaginare un nuovo rapporto con il pianeta a livello sistemico e individuale, allora la dramma offre l’opportunità per indagare queste questioni e testarne possibili soluzioni. Tramite la letteratura teatrale possiamo informarci e vivere in prima persona fenomeni di cui di solito sentiamo parlare solo in modo scientifico, come il riscaldamento globale, e le loro conseguenze, come disastri “naturali”, conflitti, migrazioni.

2 Settembre

Nel secondo giorno l’abbiamo parlato del concetto di persona drammatica. Chi può essere una persona drammatica e abbiamo concluso che tale persona è un umano che sente se stesso in trappola. Così l’abbiamo individuato che il problema del cambiamento climatico è come una trappola composta dei numerose trappole più piccole.

3 Settembre

Durante il terzo giorno abbiamo parlato della sensibilità individuale di ogni partecipante verso questa problematica e abbiamo elaborato le tematiche principali dei diversi testi. Ogni partecipante ha deciso di scrivere un testo personale. Durante questa giornata abbiamo anche seguito un’interessante conferenza di un biologo marino.

4 Settembre

Durante il quarto giorno abbiamo iniziato a leggere i testi scritti dai partecipanti e ci siamo concentrati soprattutto sui testi di Gianluca e Andrea.

5 Settembre

Il quinto giorno lo abbiamo dedicato unicamente alla scrittura teatrale, dando spazio alla voce di ogni partecipante e al non umano dei loro personaggi, mettendo gli alberi al centro della scena.

6 Settembre

Il sesto giorno i partecipanti hanno continuato a scrivere. Credo che sia stato importante dare vita ad una narrazione ecologica che ci invita a mettere in discussione il nostro antropocentrismo e ci permette quindi, per qualche pagina, di staccarci dall’io al centro di tutto per guardarci da fuori e iniziare a prendere consapevolezza del rapporto fra essere umano e tutto ciò che umano non è.

Il giorno dopo c’è stata la lettura scenica dei testi.

Stefan Çapaliku