Ad Est del Palcoscenico è un progetto di sviluppo della ricerca drammaturgica su base transnazionale fra Italia e i Balcani, focalizzata sui temi dell’ambiente e della sostenibilità ambientale. Il lavoro di ricerca drammaturgica apre uno spazio nuovo e inedito di collaborazione artistica tra l’Italia e i Balcani attraverso la creazione di un sistema di rete di residenze drammaturgiche, che nel segno della reciprocità e della internazionalizzazione, mira a diventare rete strutturata di cooperazione e coproduzione artistica e culturale tra gli organismi partner del progetto con possibilità di sviluppo della mobilità internazionale dei giovani e di un loro inserimento lavorativo.

Questo progetto è firmato da AMA – Accademia Mediterranea dell’attore, vincitrice del bando Boarding Pass Plus del Ministero della Cultura in partenariato con Mittelfest di Cividale del Friuli, Malte di Ancona, Alibi di Tricase, ATK di Elbasan (Albania), Atac di Podgorica (Montenegro), Prudukcija ITI di Skopje (Macedonia del Nord), Qendra Multimedia di Pristina (Kosovo), UUU Artistic Utopia di Belgrado (Serbia).

“A Est del Palcoscenico” prevede: incontri online transnazionali tra gli organizzatori, i partner e i drammaturghi coinvolti per condividere informazioni, conoscenze e consigli riguardanti i processi di creazione, le professioni nel campo dello spettacolo e la valorizzazione del lavoro artistico e manageriale; formazione di un gruppo di ricerca e condivisione dei metodi artistici tra i drammaturghi; dieci residenze drammaturgiche in Italia e nei Balcani, della durata di cinque giorni ciascuna e con la presentazione al pubblico dei testi elaborati dai partecipanti; incontro finale a Belgrado con tutti i partecipanti e gli organizzatori per la formazione di una rete di contatti nuovi e collaborativi.

Report dell’incontro online con Jeton Neziraj | 3 marzo 2023

Partecipanti: Marjiana Ajzenkol, Franco Ungaro, Rossella Notarnicola, Lorenzo Paladini, Paola Maritati, Jeton Neziraj, Cosimo Antonio, Giacomo Pedini, Tanja Sljivar, Walter Prete, Dunja Djokicc, Iskra Sukarova, Chris Torch, Gustavo d’Aversa.

Report della residenza di Sonia Antinori a Belgrado | 20-25 febbraio 2023

La residenza ospitata da UUU Artistica Utopia presso la Galleria Ostavinska di Belgrado dal 20 al 25 febbraio ha visto il coinvolgimento di otto partecipanti, sette donne e un uomo di età dai 23 ai 63 anni. I profili degli artisti residenti hanno compreso studi di letteratura e drammaturgia, esperienze nel mondo del teatro, della danza, del circo teatro, del teatro per l’infanzia e la gioventù, dalla prospettiva registica, drammaturgica, attoriale e pedagogica.

20 febbraio:
Il primo giorno di lavoro è stato dedicato alla presentazione dei partecipanti, così da inquadrare i diversi background, ma anche le aspettative, al fine di delineare un percorso stimolante per tutti. Sì è sottolineata la componente cross-settoriale del progetto, volto a favorire l’incontro di persone attente alla tematica del cambiamento climatico per diversi motivi e con diverse competenze. Sì è inoltre indagato l’argomento, per comprendere in che misura questo costituisca un’urgenza per la cittadinanza serba, aprendo il confronto con quella che è l’attitudine italiana allo stesso tema. Il gruppo ha contribuito integrando le informazioni raccolte in precedenza con riferimenti a problematiche specifiche, come nel caso dell’impresa internazionale Rio Tinto, al centro di una protesta contro lo sfruttamento delle risorse che ha recentemente galvanizzato l’opinione pubblica su un argomento che finora non aveva avuto particolare rilevanza. 
La sessione è continuata con un esercizio di narrazione collettiva: i partecipanti – seduti in cerchio –  hanno avuto il compito di raccontate una storia, aggiungendo ognuno una singola parola, con l’obiettivo di rimanere all’interno del quadro tematico. Quando una frase è finita, ne hanno iniziato una nuova. Il primo obiettivo è stato quello della coerenza grammaticale, poi si è perseguita una maggiore articolazione del discorso, sollecitando in tutti la presenza del corpo e dello sguardo e la vivacità della voce. Questo gioco ha favorito la creazione di una traccia narrativa, che via via si è strutturata.

21 febbraio:
Si procede con una introduzione alle varie possibilità offerte da un approccio drammaturgico innovativo, che all’idea classica di rappresentazione sostituisce il principio della presentazione attraverso un dispositivo che scaturisce via via dalla idea progettuale originaria. Viene sollevato da una partecipante il concetto di devised theatre. Ancora una volta viene proposto il percorso di Milo Rau, come emblematico di una rifondazione del teatro: alla visione di spezzoni del film The Congo Tribunal è seguita una discussione per approfondire i caratteri dell’etica ed estetica del regista. Ci si è quindi dedicati a riprendere il gioco delle parole, con maggior rigore nell’andamento logico: i partecipanti sono stati invitati a prediligere frasi brevi, facilmente comprensibili e memorizzabili, facilitando la lenta creazione di snodi narrativi. Dopo un’elencazione delle parole chiave, si è continuato con una sessione di scrittura estemporanea individuale, con l’obiettivo di redigere sinossi di storie appoggiate alle tracce condivise nel gioco.

22 febbraio:
La sessione comincia con l’introduzione di un altro maestro della scena internazionale: Simon McBurney, di cui vengono proposti estratti della performance The Encounter (produzione Théâtre de la Complicité, Barbican Centre Londra 2016). La discussione che segue la visione del lavoro, si amplia alla disamina dei materiali informativi che l’attore e regista ha pubblicato nel sito della compagnia, con particolare attenzione ai caratteri di un approccio alla natura di matrice indigena.
Nella seconda parte della sessione, si continua con la lettura delle proposte individuali, e la selezione di alcune delle parole chiave, ricorrenti nelle storie emerse dal gioco d’improvvisazione testuale dei due giorni precedenti. Da un brain-storming collettivo si sviluppa un plot, nel quale vengono individuati i personaggi principali. I partecipanti vengono divisi a coppie. La prima coppia ha il compito di lanciare la narrazione, le altre coppie di lavorare allo sviluppo della storia attraverso strategie narrative mirate: in un caso si tratta della redazione di uno scambio epistolare tra due dei protagonisti, nell’altro della stesura del report di una terapeuta, che indaga alcuni passaggi oscuri della vicenda esistenziale di un paziente.

23 febbraio:
Il gruppo ha prodotto diversi materiali testuali, che vengono condivisi in originale e in inglese. Ogni coppia prosegue il lavoro su una sezione. Le diverse idee vengono verificate al fine di individuare eventuali incoerenze, che necessitano di essere sciolte o, viceversa vanno potenziate, poiché aumentando l’ambiguità della vicenda, ne restituiscono la complessità. I temi ormai sono chiari: si racconta la decadenza di una piccola comunità, a partire da una condizione di armonia iniziale, minata da un uomo che cede alla corruzione di visitatori stranieri. Viene definita anche l’ambientazione: una remota isola chiamata Antigone. Il nome suggerisce che il conflitto su cui si fonda la storia è tra un padre e una madre, poli di una dicotomia tra i principi maschile e femminile, come nella tragedia velatamente citata. Lo spazio angusto dell’isola coincide con i contorni di un laboratorio, che assume valore emblematico rispetto al pianeta. Quando l’isola viene massacrata dall’illusoria ambizione dell’uomo, presto piegato dalle seduzioni del mondo capitalista, alla madre non resta che allontanare il figlio, consegnandolo a un destino ignoto. Elementi delle tragedie classiche affiorano in una narrazione che non nasconde riferimenti filmici e letterari.

24 febbraio:
Il lavoro di redazione è continuato nei gruppi, cadenzato da momenti di confronto collettivi. Le parti testuali vengono suddivise in modo che il lavoro possa procedere a coppie, lasciando la parte compositiva per il momento di condivisione finale. Alcuni degli aspetti più grotteschi e surreali della storia improvvisata nei primi giorni, cadono a favore di una narrazione mitica, in cui i personaggi assumono caratteri umani archetipici: il padre è l’uomo fragile, la madre una donna connessa a un mondo emotivo in cui il principio di separazione non ha ancora attecchito, il figlio è l’uomo nuovo, costretto a partire per trovare una propria strada e poi indotto dalla propria esperienza di vita a interrogarsi sulle responsabilità da assumere, non senza aver attraversato momenti di buio interiore. Gli altri personaggi ricoprono le funzioni base di una fiaba contemporanea: dall’aiutante alla principessa, che hanno il compito di accompagnare l’eroe nel suo percorso inziatico.

25 febbraio:
Il gruppo di lavoro si riunisce per il montaggio definitivo delle scene e il lavoro di traduzione in inglese, così che il team internazionale possa seguire il percorso, nonostante si sia scelto di realizzare la presentazione in lingua serba per poter permettere la comprensione a un più vasto pubblico locale. I personaggi e i testi delle didascalie vengono assegnati ai partecipanti e viene effettuata una prova di lettura, prima della restituzione finale. A termine di questa si apre un dibattito sulla genesi del lavoro e  ci si interroga sulle ipotesi di sviluppo che il testo potrebbe avere, sottolineando che la prima stesura possa essere sottoposta a una verifica per poi procedere a una rielaborazione di alcuni elementi: lingua, scene dialogate, eventuale aggiunta di altre scene o inserimento all’interno della tessitura drammaturgica di brani narrativi, da affidare a un interprete o anche a un coro.

Report dell’incontro online con Tanja Sljivar | 23 febbraio 2023

Partecipanti: Franco Ungaro, Rossella Notarnicola, Paola Maritati, Sonia Antinori, Ivanka Apostolova Baskar, Chiara de Rinaldis, Alessandro Amato, Eva Kamcevska,Tanja Sljivar, Dimitrije Kovanov, Dunja Djokic, Aleksandra Andjelkovic, Borisav Matic, Mila Manojlovic, Milica Babic, Marijana Ajzenkol, Ana Stankovic, Natasha Maslacak, Andrea Poljak.

L’incontro prende avvio con il saluto di Franco Ungaro, direttore di AMA – Accademia Mediterranea dell’Attore (Lecce), il quale racconta le prime residenze del progetto A Est del Palcoscenico – Boarding Pass Plus. La drammaturga italiana, Sonia Antinori ha tenuto il suo workshop di drammaturgia prima a Pristina (Kosovo), ospite dell’Associazione Qendra Multimedia, e poi, a Belgrado (Serbia) grazie al supporto dell’Associazione locale UUU Artistic Utopia. Franco afferma di essere soddisfatto e contento del lavoro svolto da Sonia durante le prime residenze e ringrazia Jeton Neziraj (Pristina) e Sanja Taksic (Belgrado) per l’ottimo lavoro e per aver coinvolto personalità interessanti durante i workshop.

Dimitrije Kovanov, drammaturgo e collega di Tanja Sljivar, interviene affermando che i lavori di Tanja sono, per lui, tra i più autentici nel panorama europeo contemporaneo. 

Il contesto politico è centrale nelle opere di Tanja ed è legato alle sue origini balcaniche; poiché nella maggior parte dei Paesi dell’Europa dell’Est (Paesi dell’ex Jugoslavia) si parlano lingue simili, Tanja cerca di scrivere in una lingua ibrida (serbo-croato-bosniaco). Lei, in qualità di autrice donna con origini balcaniche, analizza costantemente la sua posizione nel contesto della civilizzazione est europea. Lei scrive, perlopiù, per personaggi femminili che vengono dal suo stesso contesto culturale.

Una particolarità dello stile di Tanja è l’utilizzo di altri testi teorici all’interno delle sue opere, creando un confronto di diversi punti di vista e dando vita a veri collage intertestuali.

Ogni testo di Tanja è scritto per essere letto e performato. 

Dimitrije fa riferimento ad una citazione di Gustave Flaubert, «il monologo è la sua forma di vendetta» e la associa allo stile di Tanja, la quale scrive molti monologhi, visti come strumenti per comunicare con il pubblico. Tanja è consapevole che i suoi testi hanno un ruolo politico ed è per questo che mette sempre in discussione il modo in cui essi devono essere letti.

Tanja Sljivar introduce se stessa attraverso la condivisione del suo portfolio. I suoi testi sono ricchi di monologhi intervallati da brevi dialoghi. Al loro interno crea un collage intertestuale con altri testi e risorse. Parla di alcune sue opere e del loro legame con la cultura e la politica.  Si sofferma sul suo testo “We are the ones our parents warned us about”, scritto in Germania. In questa opera si parla dell’incontro casuale in un bagno tra due personaggi, una donna di mezza età e un adolescente, in una sera d’estate. Questo incontro li conduce in un gioco di ruolo (madre-figlio, padre-figlio, sorella-fratello, amanti), attraverso il quale loro proveranno a raccontarsi e a conoscersi a vicenda. I due personaggi raccontano bugie e verità e condividono una cicatrice nello stesso punto del corpo. Questo testo è stato presentato e premiato in diversi festival in Serbia, Bosnia ed Erzegovina e Germania, con la regia di Mirjana Karanovic, Ursina Lardi e Manja Kuhl. 

Tanja continua presentando uno dei suoi lavori più apprezzati in Europa: “All adventurous women do”, il quale inizia con un evento apparentemente accaduto davvero. Si tratta del caso, ritenuto scandaloso dai media, delle gravidanze collettive e contemporanee di sette adolescenti bosniache, durante una breve gita scolastica. Con questo testo Tanja Sljivar ha voluto immaginare cosa può succedere quando un gruppo di adolescenti decide di rompere le regole per riscrivere il concetto di famiglia patriarcale, relativo al sesso, alla gravidanza, all’aborto e alla punizione che deriva da tutte queste azioni. La domanda che Tanja si è posta dopo aver scritto questo testo è stata: come può essere rappresentata una giovane adolescente bosniaca incinta sul palco e da chi?

Attualmente questo testo è fonte di dibattito in Italia, per la rappresentazione di Silvia Gallerano.

Tanja fa riferimento anche ad un altro testo, “Regime of love”, una commedia scritta sulla base di una semplice e dolorosa premessa: quasi tutti gli incontri d’amore avvengono in contesti di potere diseguale. 

Tanja Sljivar ha scritto diversi testi in Germania, per esempio: “Ich, Europa” e “Aber die Stadt hat uns geschützt”. 

L’autrice ha creato anche progetti di visual art, un esempio è “Care and Feeding of a Mermaid”, un’installazione di un tavolo con il supporto della lettura di alcuni suoi testi. Questo tipo di collaborazione, ha portato Tanja a domandarsi nuovamente come i testi e le immagini possano mescolarsi tra di loro e influenzarsi a vicenda.

La drammaturga nel 2019 ha anche curato il padiglione serbo alla Quadriennale di Praga. Il suo lavoro è un collage di testi, suoni, voci e azioni; con l’obiettivo di far confrontare il pubblico con diverse immagini e forme precarie, rappresentative dell’incertezza collettiva che accomuna gli esseri umani.

Al momento Tanja Sljivar sta scrivendo il suo romanzo riguardo il suo lavoro al Teatro Nazionale, legato al concetto di Cultura Nazionale.

Franco Ungaro conclude l’incontro ringraziando Tanja Sljivar e salutando i partecipanti.

???????? English:
The meeting starts with a speech by Franco Ungaro, president of AMA – Accademia Mediterranea dell’Attore (Lecce), who talks about the first residencies of the project The east side of the stage – Boarding Pass Plus. The Italian playwright, Sonia Antinori held her workshop first in Pristina (Kosovo), guest of the Qendra Multimedia Association, and then, in Belgrade (Serbia) thanks to the support of the local UUU Artistic Utopia Association. Franco says that he is satisfied and happy with the work done by Sonia during the first residencies and thanks Jeton Neziraj (Pristina) and Sanja Taksic (Belgrade) for their excellent work and for involving interesting personalities during the workshops.

Dimitrije Kovanov, playwright and colleague of Tanja Sljivar, affirms that Tanja’s works are, for him, among the most authentic on the contemporary European scene.

The political context is central to Tanja’s works and is linked to her Balkan origins; Since similar languages are spoken in most Eastern European countries (countries of the former Yugoslavia), Tanja tries to write in a hybrid language (Serbo-Croat-Bosnian). She, as a female author with Balkan origins, constantly analyzes her position in the context of Eastern European civilization. She writes, mostly, for female characters who come from her same cultural background.

A peculiarity of Tanja’s style is the use of other theoretical texts within her works, creating a comparison of different points of view and giving life to real intertextual collages.

Every Tanja text is written to be read and performed.

Dimtrije refers to a quote by Gustave Flaubert, «the monologue is her form of revenge» and associates it with the style of Tanja, who writes many monologues, seen as tools to communicate with the audience. Tanja is aware that her texts have a political role and that’s why she always questions the way they should be read.

Tanja Sljivar introduces herself by sharing her portfolio. Her plays are full of monologues interspersed with short dialogues. Within them she creates an intertextual collage with other texts and resources. You talk about some of your works and their connection with culture and politics. She talks about her text “We are the ones our parents warned us about”, written in Germany. This work talks about the accidental meeting in a restroom between two characters, a middle-aged woman and a teenager boy, on a summer evening. This meeting leads them into a role-play game (mother-son, father-son, sister-brother, lovers), through which they will try to tell and get to know each other. The two characters tell lies and truth and share a scar in the same place on the body. This text was presented and awarded at various festivals in Serbia, Bosnia and Herzegovina and Germany, directed by Mirjana Karanovic, Ursina Lardi and Manja Kuhl.

Tanja continues by presenting one of her most appreciated works in Europe: “All adventurous women do”, which begins with an event that apparently really happened. This is the case, considered scandalous by the media, of the ‘collective pregnancies’ of seven Bosnian teenagers, during a short school trip. With this text Tanja Sljivar wanted to imagine what can happen when a group of teenagers decide to break the rules to rewrite the concept of patriarchal family, related to sex, pregnancy, abortion and the punishment that derives from all these actions. The question Tanja asked herself after writing this text was: how can a young pregnant Bosnian teenager be represented on stage and by whom?

Currently this text is a source of debate in Italy, due to the representation of Silvia Gallerano.

Tanja also refers to another text, “Regime of love”, a comedy written on the basis of a simple and painful premise: almost all love encounters take place in contexts of unequal power.

Tanja Sljivar wrote several texts in Germany, for example: “Ich, Europa” and “Aber die Stadt hat uns geschützt”.

The author has also created visual art projects, an example is “Care and Feeding of a Mermaid”, an installation of a table with the support of reading some of her texts. This type of collaboration has led Tanja to ask herself again how texts and images can mix and influence each other.

The playwright also curated the Serbian pavilion at the Prague Quadrennial in 2019. Her work is a collage of text, sound, voice and action; with the aim of making the public confront different images and precarious forms, representative of the collective uncertainty that unites human beings.

At the moment Tanja Sljivar is writing her novel about her work in the National Theater related to the concept of National Culture.

Franco Ungaro concluded the meeting by thanking Tanja Sljivar and greeting the participants. 

Report della residenza di Sonia Antinori a Pristina | 13-18 febbraio 2023

Dal 13 al 18 febbraio ha avuto luogo la residenza di co-creazione presso il Teatro Oda di Pristina, ospitata dalla compagnia Qendra Multimedia. Gli iscritti al corso sono stati dodici, di cui cinque donne e sette uomini, di diversa provenienza ed età, dai 16 ai 35 anni. Molti di loro hanno già avuto esperienza in ambito culturale o specificamente teatrale come autori, registi, sceneggiatori, critici, giornalisti. Il livello culturale è stato molto alto: ciascuno di loro è multilingue, alcuni hanno vissuto all’estero e integrato nella propria visione stimoli e impulsi diversi. Due di loro parlano italiano e uno di loro è attualmente residente a Venezia, dove sviluppa la sua ricerca nel campo delle arti visive grazie a una borsa di studio. Alcuni, alla conclusione della residenza, hanno espresso il desiderio di continuare a lavorare alla traccia drammaturgica emersa per portarla a compimento.

13 febbraio:
Il primo momento di incontro è dedicato alle presentazioni: solo alcuni dei partecipanti si conoscono e hanno già avuto occasione di lavorare insieme. Il gruppo è interessante ed eterogeneo. L’introduzione al tema comprende una riflessione sulla sua complessità. L’intenzione di trattarlo con mezzi teatrali ci invita a riposizionare il teatro nella società contemporanea. La crisi della politica e la sfiducia in un’informazione obiettiva riscattano le arti della scena dalla condizione ancillare, che la rivoluzione tecnologica sembrava aver loro riservato: il teatro torna a essere lo spazio del confronto di comunità attorno alle urgenze del reale. Nel nostro caso il dialogo si instaura all’interno di una comunità attiva e generativa, coinvolta in un processo di co-creazione che amplia le possibilità del teatro come arte collettiva, fatta della tessitura di diverse lingue e linguaggi. Si insiste anche sul carattere di rapidità che l’esperienza dovrà necessariamente avere, introducendo teoricamente gli strumenti di lavoro, che verranno messi in campo: dalla parte teorica, in cui indagare le risposte di alcuni maestri della scena contemporanea agli interventi in presenza di esperti individuati da Qendra Multimedia, alle fasi di scrittura – estemporanea o da svolgersi al di fuori delle ore di laboratorio. Viene poi avviata una discussione sui diversi approcci drammaturgici, desunti dalla tradizione naturalistica e realistica come anche dalla pratica teatrale contemporanea, nell’ottica di un teatro postdrammatico che permetta di intendere ogni nuova scrittura come singolo progetto, che sarà possibile affrontare con procedure e forme diverse, commisurate alla natura dell’idea originale.

La seconda parte della giornata è dedicata ad un approfondimento del tema climate change, con una disamina dei principali accordi politici e delle loro conseguenze, per approdare ad alcuni dati sulla situazione attuale. A seguire viene avviato un brain storming, nel tentativo di individuare delle cellule tematiche che possano affrontare l’argomento individuando una storia o un riferimento preciso. Oltre ai suggerimenti iniziali, i partecipanti propongono nuovi aspetti, spesso legati alla realtà del territorio. Tra questi: l’inquinamento prodotto dalla Termocentrale Kosova B, a 5 km da Pristina, che contribuisce a collocare il paese al terzo posto tra i paesi più inquinati d’Europa e le estreme condizioni provocate dal Sharrcem Titan Group, produttore di cemento nella cittadina di Hani I elezit, al confine con la Macedonia, dove le case sono ricoperte da un pesante strato di polvere.

14 febbraio:
Il workshop continua con la condivisione del lavoro di alcuni maestri del teatro contemporaneo europeo: il regista svizzero, direttore artistico del Teatro di Gent in Belgio, Milo Rau. Dopo un’introduzione al suo lavoro artistico e di attivista e la presentazione del suo Decalogo del 2018, si approfondisce la metodologia creativa, che parte dall’indagine della realtà, per costruire dispositivi specifici in cui vicende politiche e/o sociali incresciose, trovano un’esposizione a livello internazionale. Per comprendere meglio il suo lavoro, viene introdotto il film The Congo Tribunal, una narrazione documentaristica del percorso che ha condotto alla realizzazione dello spettacolo, con il coinvolgimento di esperti e testimoni. La visione di alcuni estratti del film avvia un dibattito su forme teatrali alternative.

Al fine di iniziare con il lavoro drammaturgico, i partecipanti vengono divisi in tre gruppi, con attenzione a mescolare professionisti più esperti e giovani con alle spalle un percorso meno strutturato: si intende così facilitare un progresso costante all’interno di ciascun team di lavoro, con la premessa che ognuno debba poter essere messo in grado di proporre la propria idea e che l’elaborazione segua percorsi condivisi, perché sia possibile ascoltare la voce di ognuno. Dopo una discussione generale i gruppi propongono il loro progetto di scrittura. Emerge subito l’estrema varietà di approcci, che rispecchia gusti e stili diversi. Il primo gruppo propone la narrazione di un mondo distopico futuribile in cui la catastrofe climatica si è già consumata e le persone vivono rintanate nelle loro case, uscendo solo per gli approvvigionamenti. Il tocco fumettistico e ironico è evidente nell’introduzione di elementi pop e surreali. Il secondo gruppo formula un’ipotesi realistica nel descrivere la storia di una famiglia di albergatori rovinata dalla scomparsa della neve sulle montagne. Il terzo gruppo propone in prima battuta un lavoro sull’inquinamento fluviale, per poi scegliere di raffigurare una famiglia contemporanea, in cui l’insensibilità dei genitori per le problematiche della figlia malata è metafora della incapacità di prendersi cura di ciò che è parte di noi: la terra.

15 febbraio:
Nel terzo giorno di residenza si prosegue lo studio di modelli particolarmente interessanti con uno spettacolo che fa della narrazione del rapporto tra uomo e natura, il punto di partenza per una discesa nella mentalità indigena, secondo il concetto di indigenizzazione che l’antropologia ha proposto come rivelatore di stili di vita alternativi: The encounter di Simon McBurney del Théâtre de la Complicité di Londra. Il lavoro racconta l’esperienza di Loren McIntyre, fotogiornalista del National Geographic, che durante una missione lungo il Rio delle Amazzoni al confine tra Brasile  e Perù alla ricerca della tribù dei Mayoruna inizia un viaggio iniziatico nell’alterità, in cui lo stupore, la paura, il sospetto e il riconoscimento costruiscono un percorso di conoscenza a cui lo spettatore è invitato in un magistrale one-man show, che avvalendo dell’uso di tecnologie audio avanzate, tematizza la necessità di un cambio di paradigma nel rapporto tra uomo e natura. L’approfondimento suscita molto interesse nei partecipanti, che concordano nell’affermare che le due esperienze su cui ci si è concentrati, rappresentano modalità di creazione completamente nuove.

Seguono attività di scrittura estemporanea nei gruppi, che procedono così nella definizione dei singoli progetti drammaturgici.

16 febbraio:
La giornata inizia con il lavoro a gruppi separati: si cominciano a delineare storie e personaggi, con caratteri e linguaggi contestualizzati. I partecipanti vengono poi riuniti in occasione dell’intervento di Mirishahe Syla, ecofemminista e poetessa, che presenta la teoria secondo cui la destrutturazione delle strutture del potere patriarcale può rivoluzionare la percezione verticistica del genere umano, fondata sulla dicotomia tra oppresso e oppressore, favorendo una comprensione diversa del mondo naturale. I gruppi si riuniscono per definire i compiti da svolgere in separata sede.

17 febbraio:
La coincidenza con il quindicesimo anniversario della dichiarazione d’indipendenza del Kosovo, anche a causa della posizione centrale del teatro ospitante, ha creato alcuni ritardi e assenze. Così è stato impossibile avere la partecipazione di Nikki Murseli, attivista per l’ambiente, la seconda ospite esterna che avrebbe contribuito al dibattito generale sul tema. I gruppi si sono comunque riuniti e il lavoro sui testi è proseguito. In un caso si è reso necessario intervenire a mediare alcune posizioni contrastanti all’interno del gruppo di lavoro, peraltro comprensibili a causa di assenze reiterate e una relativa condivisione del lavoro di ideazione. Questo sollecita una estrema chiarezza nei confronti dei partecipanti, che – anche a causa della natura delle residenze, intensive e relativamente brevi per la meta prefissata – sono chiamati a garantire continuità. In generale comunque il clima di lavoro è stato ottimo e le incomprensioni sono state facilmente superate, così che ogni gruppo ha potuto produrre un testo coerente con l’approccio scelto nel rispetto del gusto e dei desideri di tutti i partecipanti. 

18 febbraio:
La convocazione dell’ultimo giorno è stata anticipata per poter programmare un’ora di feedback sui testi prodotti e a seguire la preparazione dello spazio, della tecnica e dei partecipanti per la presentazione al pubblico. E’ stato definito un unico set, che è stato abitato dalle tre formazioni che hanno presentato le loro proposte in sequenza.

Il primo gruppo ha scelto una situazione distopica in un futuro in cui la vita all’aria aperta non è più possibile. Un uomo anziano vive con la nipote barricato in casa, ma un’urgenza spinge la ragazza ad avventurarsi fuori, armata di disinfettante spray per procurare un rimedio che aiuti il nonno a tenersi in vita.

Il secondo gruppo ha lavorato a un contesto naturalistico: Anche in questo caso sono a confronto più generazioni: madre, figlia e nipote affrontano una bancarotta causata dalla sparizione della neve nella zona del loro albergo in montagna. In uno scenario cechoviano dovranno rinunciare alla proprietà cedendo all’offerta di una speculatrice straniera.

Il terzo gruppo ha preferito un approccio simbolico, descrivendo un terzetto familiare disfunzionale in cui i genitori discutono sulla salute della figlia. Il padre nega che lei sia malata, mentre la madre non è in grado di sostenerla. Il grido d’aiuto della figlia resterà inascoltato a causa dell’ottusità dei due adulti.

La sala del Teatro Oda ha ospitato una venticinquina di persone che hanno assistito al reading.

Report dell’incontro online con Ivanka Apostolova Baskar | 03 febbraio 2023

Report dell’incontro online con Sonia Antinori | 27 gennaio 2023

I drammaturghi coinvolti nelle residenze sono otto: Sonia Antinori, Walter Prete, Jeton Neziraj, Tanja Sljivar, Ivanka Apostolova Baskar, Iskra Sukarova, Dejan Dukovski e Dragana Tripkovic.

SONIA ANTINORI: Attrice, regista e drammaturga, Sonia ha esordito nel 1990. Premiata per la sua attività drammaturgica (Premio Tondelli 1993, Premio Riccione 1995, Premio Mravac 1997, Premio Candoni 1998, Premio Valeria Moriconi 2011, Premio La/e Scrittura/e della Differenza 2017, tra gli altri), ha lavorato con registi come Carlo Cecchi, Roberto Guicciardini, Nick Bone, Luca Valentino, Valter Malosti, Giorgio Pressburger, Cristina Pezzoli, Serena Sinigaglia, Carmelo Rifici, Heidrun Kaltesch, Gigi Dall’Aglio, Irene Borges e Daria Lippi. Le sue opere sono state tradotte nelle principali lingue europee e sono state presentate in Bosnia, Austria, Germania, Regno Unito, Turchia, Romania, Polonia, Cuba, Spagna. Dal 2013 al 2015 ha diretto il progetto europeo WISE, sull’eredità politica del XX secolo. Dal 2006 è direttore artistico della compagnia MALTE, con la quale ha realizzato numerosi progetti artistici e sociali in Italia, Africa e Sud America. Tra i suoi ultimi lavori: “Cronache del bambino anatra”, pièce teatrale sulla dislessia, in tournée dal 2016 con Maria Ariis Carla Manzon (allora Massimiliano Speziani) diretta da Gigi Dall’Aglio, inserita nella IBBY Italy Honor List 2021 e premiata come Outstanding 2023 di IBBY International. L’ultimo progetto di Sonia è “La Langue des Oiseaux”, sulla democratizzazione della cultura e il multiculturalismo nelle arti, realizzato in collaborazione con Linguapax Barcelona (Spagna), The Boat People Project di Göttingen (Germania), Festival Sens-Interdits Lyon (Francia), e Associazione Djarama Toubab Dialaw (Senegal).

WALTER PRETE: Attore professionista, drammaturgo, regista teatrale e organizzatore culturale italiano. Nel 2013 fonda ALIBI – Artisti liberi e indipendenti e consegue il diploma professionale e di specializzazione per attori presso Talìa – Scuola d’Arte Drammatica della Puglia. Nel 2015 fonda “Essenza teatro”, circolo teatrale e culturale, e nel 2020 ne diventa presidente. Nel 2019 si laurea in filosofia presso l’Università del Salento. Nel 2020 ha conseguito il diploma di completamento del Seminario Internazionale di Drammaturgia online tenuto da Rafel Spregelburd. Nel 2022 ha frequentato il taller internacional de escritura teatral (online) diretto da Alejandro Tantanian ed è stato inoltre selezionato, insieme ad altri otto drammaturghi italiani under 40, per partecipare al collegio di scrittura de La Biennale di Venezia – Teatro sotto la guida del Maestro Davide Carnevali, sotto la direzione di Ricci/Forte. Ha scritto molti testi teatrali: “Il cigno – omaggio a Michel Fokine”, “Peppino vs. Di Vittorio – ballata sentimentale per un eroe popolare”, “Isa – cinque di quattro”, “Sete”, “ThisAge”, “Master” (in finale per il premio nazionale “Hystrio – scritture di scena” XXX edt), “Skylines”, ecc.

JETON NEZIRAJ: È il direttore di Qendra Multimedia, dopo aver prestato servizio come direttore artistico del Teatro Nazionale del Kosovo. Ha scritto oltre 20 opere teatrali che sono state messe in scena (oltre 50 produzioni), tradotte e pubblicate in più di 15 lingue. Le sue opere hanno vinto numerosi premi e sono state rappresentate in festival teatrali in tutta Europa. The Guardian ha scritto del suo lavoro: “…Le commedie sono rauche, irriverenti e assurde. Invocano Ibsen, Molière e Kafka…”. La rivista teatrale tedesca Theater der Zeit e la radio tedesca Deutschlandfunk Kultur lo hanno descritto come “Kafka dei Balcani”, mentre il Los Angeles Times lo ha definito “un drammaturgo di livello mondiale che sfida il nostro compiacimento ad ogni svolta”. È vincitore dell’Europe Culture Award 2020.

TANJA SLJIVAR: Tanja Šljivar è nata nel 1988 a Banjaluka, nella Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Ha conseguito una laurea e un master in drammaturgia presso la Facoltà di arti drammatiche di Belgrado ed un master in scienze teatrali applicate presso JLU a Giessen, in Germania. Ha scritto diverse commedie: How much is Pate?, Scratching or How my grandmother killed herself, We are the ones our parents warned us about, But the city has protected me, All adventurous women do, Regime of Love, Regime of Healing; e un’opera breve Stillborn. Sono stati pubblicate, lette sul palco e prodotte in teatri professionali in Bosnia-Erzegovina, Croazia, Serbia, Albania, Spagna, Polonia, Austria, Germania (più recentemente al Deutsches Theater, a Berlino, Schauspiel Stuttgart, Theater Dortmund, Atelje 212, Belgrado, Teatro Nazionale Užice). Scrive anche racconti, radiodrammi, sceneggiature e testi di teoria del teatro. Ha vinto diversi premi per la sua sceneggiatura, più recentemente il prestigioso premio Sterija per la migliore opera teatrale contemporanea in Serbia, il premio di coproduzione del mercato MESS per All avventurous women do in Bosnia, nonché la candidatura per il Retzhoferdramapreis 2017 per la stessa opera teatrale, in Austria. Le sue opere sono state tradotte in circa 10 lingue. È stata ospite delle residenze di scrittura IHAG e StyrianArtist a Graz, Museums Quartier 21 e KulturKontakt a Vienna, Prishtina has no river a Prishtina, Kosovo, Reading Balkans in Split, IAS at CEU di Budapest e Meet Factory a Praga. I suoi testi teatrali sono rappresentati da Henschel Schauspiel Verlag in tutta Europa. Nel 2019 ha lavorato come direttrice del dipartimento di recitazione del Teatro Nazionale di Belgrado. Attualmente insegna scrittura scenica a Belgrado, Banjaluka e Vienna.

IVANKA APOSTOLOVA BASKAR: Ha un dottorato di ricerca in Antropologia Storica delle Arti presso l’ISH Ljubljana, Slovenia (2010). Dal 1992 è attiva nel campo dell’arte e della cultura; attualmente lavora in proprio nel campo della cultura come antropologa delle arti, produttrice di programmi, regista, visual dramaturg, traduttrice, montatrice, autrice, docente. È responsabile e produttrice del programma del Macedonian Center International Theatre Institute/PRODUKCIJA e creatrice di progetti di video teatro (dal 2013). Insegna storia dell’arte e del design, arte contemporanea presso la Facoltà di Arte e Design/EURM Skopje (visiting professor, dal 2014). È redattrice/autrice della rivista elettronica globale di teatro e arti dello spettacolo The Theatre Times (dal 2017) e della rivista elettronica regionale SEEstage (dal 2022). È autrice dei libri/e-book: Theatre Comics, In Search of Lost Director, Anthropology of Experience in Theatre. È anche redattrice di molti eBook/Libri (dal 2013): Personal Futurism/Public Politics, Translating Visual Dramaturgy, Set Design Skopje di Jan Pappelbaum, Poor Little Rich Drama, ecc.

ISKRA SUKAROVA: Iskra Shukarova (Repubblica della Macedonia del Nord) ha studiato danza contemporanea presso il National Conservatorium Superior di Lione. Nel 2002 ha conseguito il Master presso il Laban Centre (Londra), dopodiché nel 2014 ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Facoltà di arte drammatica di Skopje. Ha seguito numerosi corsi di danza con artisti affermati. Le opere di Shukarova sono state in tournée a livello regionale e internazionale. È stata premiata con borse di studio come CEC ArtsLink e DanceWeb. Iskra è stata la solista principale dell’Opera e del Balletto macedone dal 1991. È stata una delle fondatrici del Lokomotiva – Center for New Initiatives in Arts and Culture, nonché co-fondatrice e co-programmatrice del festival di danza contemporanea Locomotion a Skopje. È anche una delle fondatrici del Balkan Dance Network e del Nomad Dance Academy Network. È membro del Global Practice Network negli Stati Uniti (New York) e del dance board come parte dell’ITI nella Repubblica della Macedonia del Nord. Dal 2010 Shukarova è stata professoressa presso la Facoltà di Musica nell’ambito dell’Università Statale Cirillo e Metodio di Skopje presso il Dipartimento di Pedagogia di Danza Contemporanea. Nel 2014 Shukarova ha conseguito il suo dottorato di ricerca presso la Facoltà di Arti Drammatiche – Università di Cirillo e Metodio a Skopje.

DEJAN DUKOVSKI: Drammatugo e sceneggiatore. Laureato presso il Dipartimento di Drammaturgia – Facoltà di Arti Drammatiche dell’Università di Skopje. È stato professore alla Facoltà di arti drammatiche di Skopje, dipartimento di scenari cinematografici e televisivi e ha lavorato come scrittore residente alla Deutsches Shauspielhouse di Amburgo. Ha scritto le commedie: “Balkanska”, “The Balkan Vampire”, “Siljan the Stork Shanca” “Balkan is not Dead”, “Powder Keg” (La commedia è stata rappresentata in molti festival europei e mondiali; ha aperto la Bonner Biennale ‘ 96-Germania, BITEF-Jugoslavia, Festival d’Autunno di Roma- Italia ecc.), “Who the Fuck Started All This” (premiato con un Grand Prix al Festival Internazionale del Teatro BITEF 97 a Belgrado, Jugoslavia), “Dracula”, “Other Side”, “Empty City”, “Uterus”, “Lost in Space” e “Walking Ghost”. Le sue opere sono tradotte in molte lingue e statisticamente è l’autore macedone più in scena. È autore delle sceneggiature: “Light Grey”, “Like in a Bad Dream” (basato sull’opera dell’autore “Who the Fuck Started All This”), “Head Noise”, “Balkan is not dead” (basato sull’opera dell’autore) e “Powder Keg” (USA, Cabaret Balkan, basato sull’opera dell’autore). Il film “Powder Keg” diretto da Goran Paskaljevic ha vinto numerosi premi: FIPRESCI, Premio della critica internazionale per il miglior film in tutte le categorie, Premio della critica europea (FIPRESCI) per il miglior film, Festival del cinema di Venezia, Italia, premio “Bronce Camera 300”, International Camera Festival a Bitola, Macedonia, Gran Prix, International Film Festival ad Antalia, Turchia, Gran Prix, International Film Festival ad Haiti, Israele ecc…

DRAGANA TRIPKOVIC: Laureata presso la Facoltà di Arti Drammatiche dell’Università del Montenegro – Dipartimento di Drammaturgia, Sceneggiatura TV e Film, nella classe del Professor Stevan Koprivica. Dragana Tripkovic è uno dei fondatori dell’organizzazione teatrale ATAK (Alternative Theatre Active Company). È stata drammaturga al Teatro Nazionale del Montenegro. Attualmente è drammaturga presso il Teatro Comunale di Podgorica. Dragana Tripkovic è redattrice della casa editrice “Open Cultural Forum” e della rivista di letteratura “Ars”. È un’alunna del programma per scrittori austriaci Kulturvermittlung Steiermark; Internationales Haus der Autoren Graz, Austria, 2014. Ha vinto il premio per il testo drammatico al concorso “Plays for Young People” all’AFTEC, Hong Kong, Cina nel 2018. Ha vinto due Anna Lindh Foundation Awards per il suo racconto nel 2012 e 2013. Ha partecipato a numerose residenze artistiche e programmi letterari in Europa (Berlino, Halle, Lipsia – Germania, Riga – Lettonia (Capitale Europea della Cultura 2014), Milano – Italia (Biennale Giovani 2016), Rijeka (Small Stage Festival), ecc. I suoi spettacoli “Shift” diretto da Ana Vujošević, “Milk Powder” diretto da Stevan Bodroža, “(a)Live at Titograd” diretto da Mirko Radonjić sono stati tutti rappresentati e pubblicati.

Pristina: Dhurata Hoti, Gezim Hasani, Butrint Pasha, Tristan Halilaj, Alba Demiri, Azem Deliu, Dorian Shpuza, Liridona Bytyçi, Latif Mustafa, Zgjim Zyba, Flamur Kurteshi, Lirie Sahiti, Flaka Rrustemi.

Belgrado: Aleksandra Andjelkovic, Borisav Matic, Mila Manojlovic, Milica Babic, Marijana Ajzenkol, Ana Stankovic, Natasha Maslacak, Andrea Poljak, Rossella Notarnicola, Dunja Djokic e Anastasia Tasic.

MILA MANOJLOVIC: Mila Manojlović is a drama artist born in Belgrade in 1976. She graduated in acting from the Faculty of Dramatic Arts in Belgrade in 2000 and has since performed in theatre, television, and film. Most of her performances have taken place at the Boško Buha, Duško Radović, and Bitef theatres, as well as various informal scenes. She has travelled to theatre festivals in Serbia, Croatia, Macedonia, Bosnia, Egypt, Armenia, Tunisia, and other countries. Mila has also participated in and led several alternative workshops, including a slam poetry workshop at the Rex Theatre in 2010 with the dramatist Milena Bogavac. In 2006, she completed her Master’s degree in Theatre Directing with a special emphasis on devising theatre at the Royal Central School of Speech and Drama in London. During her postgraduate studies, she attended courses dedicated to the latest theatrical practices and gained experience in directing alternative, site-specific, and movement theatre projects. Mila is a member of ASSITEJ and has participated in several international productions, showcases, and conferences for and about young people in Serbia, Denmark, Turkey, Israel, India.

From 2010 to 2016, Mila worked as an assistant on the acting course with Professor Gordana Marić at the Faculty of Dramatic Arts. She has also been a guest lecturer at Singidunum University and the Academy of Applied Arts in Rijeka, Croatia, in collaboration with the famous actor Rade Šerbedžija. Mila has gained rich pedagogical experience by coaching young actors and amateurs at workshops, film, and theatre, and has conducted castings, including the last one for Radivoje Andric’s awarded film, “How I learned to fly.” Since 2021, she has been an associate and workshop leader at the newly launched children’s pop-up festival, Mala Vela Luka, in the island of Korčula. She has also been running summer drama workshops for children on the same island for several years.

Mila is engaged in writing and authorial work, particularly interested in poetry. In the last three years, she has written and realized the monodrama “Pain” as well as the radio dramas “Eskulap-anatomical ex-machine” and “Postcards from Earth-cosmonauts cry.” She lives and works in Belgrade and Korčula.

ALEKSANDRA ANDJELKOVIC: Aleksandra Anđelković was born in Belgrade. Graduated from journalism and acting and directing in Branislav Lečić’s class back in 2017. I got the status in the Association of Dramatic Artists of Serbia as an actress 5 years ago and for me it is the biggest award for my work so far. My acting experience has been going on since I was 15 years old, and the most important acting experience I gained was at KPGT under the direction of Ljubiša Ristić, a well-known Yugoslav director. Acting is my first love, but also pedagogy. I have been working with children for more than a decade and it also gives me pleasure to see how these little ones see the world around them through acting and imagination. I like to write, so whenever I have time I write columns and articles about health.

BUTRINT PASHA: Butrint Pasha is a Kosovar director, born in 1992. He graduated from the Academy of Arts in Pristina, majoring in theater direction. He has performed various shows that are mainly focused on social, family and sensitive topics. He has directed shows with the concept of “In yer face theater”, set in camera format, where women are often the protagonists of his shows. During the period when he performed in the theater, he was involved in translations of various works from English, and also wrote two texts for the theater: “Ping Pong & Love” (2023), and “Redlight in Sunday”. (2023), which will be staged this year.

FLAKA RRUSTEMI: Flaka Rrustemi was born on 11.06.1999 in Lyon, France. She grew up in Prishtina, Kosovo and currently lives there. In August 2021, she graduated from University of Prishtina and got her Bachelor’s degree in Banking, Finances and Accounting. She is still a student in University of Prishtina, studying for Master’s in Marketing. In January 2022, she started working at Qendra Multimedia, a cultural NGO in Prishtina, as a Financial and Administrative assistant. In Qendra’s theatre projects she has worked as Assistant Costume Designer and Production Assistant. Prior to Qendra Multimedia she worked at TEB / BNP Paribas. Aside from work and studies she also did volunteering work and finished different professional trainings in and outside the country.

LATIF MUSTAFA: Latif Mustafa studied philosophy at the University of Pristina.  He completed his master studies at the Alliance of Civilizations Institute in Istanbul. He has been the author of the philosophical show PikëPamje and; the author and publicist of socio-political analyzes published in the regional media.  He has been engaged as a lecturer in the department of social sciences at Mother Teresa University in Skopje.  He lives and works in Pristina, more specifically, he is engaged as a theater critic and the author of the Çelnaja show at the media platform sbunker.

MARIJANA AJZENKOL: graduated in theoretical mathematics at the Faculty of Science and Mathematics, University of Belgrade. At the FMK (Faculty of Media and Communication) she earned a master’s degree in comunicology.
She is one of the founders (and the only woman among religious dignitaries) of the Interreligious Center (an association of believers of the Abraham tradition – Christians, Muslims, and Jews) founded on her idea in 2000. Since 2012, she has been the President of the Time Admirers’ Club, which continues the tradition of the Interreligious Center, and since in 2014, representative of Serbia and member of the board of directors in the Ecumenical Forum of Christian Women of Europe. As part of the activities related to this field of work, she edited the booklets One is God, Meetings and Traces, Word and Woman and Woman Let Her be Called, organized several forums, concerts (on the occasion of Christmas and Easter) and meetings (lasting several days in the country and abroad) on various topics related to spirituality. She published texts in the religious magazines Orthodoxy, the Voice of Islam, Religion in Eastern Europe and still is the author of spiritual column in Blagovesti (Good News) the Roman Catholic magazine.
She is the author of the Interreligious Calendar (holidays and interpretations with forms of congratulation of all the monotheistic religions of our area), the book of poems Dreams and Reality (2008), the book of short stories Walker(s) of Thoughts (2009) and the book Church Challenged by Media (symbolism of liturgical speech , performativity and media translation of Roman Catholic worship). Based on the author’s dramatic text, Owl’s Mirror, the premiere of the play in the Pinocchio puppet theater was held on March 9. 2020. In January, February and March 2023, in Drama Saturdays Good morning, children, nine author’s dramatic stories were broadcasting. Lives and works in Zemun/Belgrade, Serbia.

MILICA BABIC’: Milica Babić is a freelance artist working as a multimedia author. After finishing printmaking at the Faculty of Applied Arts in Belgrade, she pursued her interest in performing arts by continuing her education through various programs, masterclasses and workshops in the fields of physical theater, shadow puppetry, clowning, circus skills and dramaturgy. For several years she has used the visual arts in her work with marginalized children through interdispilinary projects. Afterwards, her work shifted to circus pedagogy and occasional co-creations and performances in projects of the independent scene. She is also a memeber of Cirkusfera, where she does most of her work, also organizing and coordinating various projects and events of contemporary circus.

ANDREA POLJAK:Andrea Poljak was born on March 27, 2000. in Novi Sad. She currently lives in Belgrade. She graduated from Jovan Jovanović Zmaj grammar school in Novi Sad. In high school, she sang in the school choir and won various prizes at foreign and domestic competitions. She participated in the Young People Choose project at Matica Srpska Gallery, where she created an exhibition with several young people. After that, she entered the Faculty of Dramatic Arts in Belgrade, majoring in dramaturgy. She starts working as a playwright on student projects. She participates as a dramaturg in the production of the test performances of Franz Xaver Kroetz Path of the Wild and Franz Xaver Kroetz Fear and Hope of East Germany. She also worked on the adaptation and dramaturgy of Autumn Rain by Branisalva Nušić for the exam performance of the second year of theater directing. She also worked on the adaptation and dramaturgy of Hedda Gabler by Henrik Ibsen for the exam performance of the third year of theater directing. She worked on the adaptation of the text of Petra von Kant’s Bitter Tears by Rainer Werner Fassbinder and the dramaturgy for the play S.O.S., an independent project at the Bitef Theater. She wrote the screenplay for the film Koji je film za Vanju?, a test short film. She also worked as a consultant on the script for the student film Servants in the Court of Evil Wizards. She worked on the adaptation and dramaturgy for the play The Memory of the water by Shelagh Stephenson, co-produced by Vuk Theater and the City of Belgrade. She also worked on the dramaturgy for the play Tesla svetlopis u vremenu by Miroslav Benka, Teatrijum theater production. She volunteered in the promo and press team for the film festivals Slobodna Zona and FEST. She is currently working on the development of various projects.

LIRIE SAHITI:was born on 5.07.1987 in the Republic of Kosovo, in the city of Vushtrri, where she completed her secondary education. He completed his higher studies at the University of Pristina. First, she graduated from the Faculty of Philology, in Albanian Language in 2012. She then graduated from the Faculty of Fine Arts, Dramaturgy branch in 2018. In 2020, she graduated with a master’s degree in dramaturgy with the drama “Snake with the horns of gold”. In 1999, during the war in the Republic of Kosovo, 45 poems written in childhood were burned. She worked as a moderator at Radio Vicianum in 2006. While she was the director of Youth Culture and Sports, in the NGO “Second Home” in 2007. In 2000, she was a dancer at the House of Culture “Hasan Prishtina” in Vushtrri. She has also been an actress in NGOs and in the city’s theater. In 2003, he won a certificate for the second place in painting. In 2006, she received recognition from the “Distinguished Student” school. Also, in 2006, she received recognition from the school for the “Drama Group”. In 2010, she won first place, “Best Actress” at the April Fools’ Festival, with the drama “If I were a boy”. In 2015, 2016, 2017, he led the “Vu theater Fest” Festival. While in 2012 she was a practical teacher at the high school “Eqrem Çabej” in Vushtrri. In 2012, she worked as a journalist and lead of the news program at New Tv. In 2017, she worked as a journalist at MeggaPress. She is the first journalist in the Balkans, who interviewed the Hollywood actor Mark Wahlberg, and the antagonist of the series “Game Of Throne” Darren Kent and the actor of Western movies Chris Swinney. In 2018, he also wrote a documentary about OCD. Liria has translated the drama Cornucopia Soup, from English to Albanian – directed by Mark Norfolk.
In 2022, he worked in the company Velox – Social Media Manager. She has also participated in several trainings. Kosovo Youth Action Plan 2007/2010 in 2006 (Certification). Kosovo Youth Action Plan 2010/2011 year 2008 (Certification), Universal declaration of human rights 2007 (Certification), How to protect yourself from AIDS 2008 (Certification), Program for change and leadership 2010 or the 2017 EU information and Cultural Center `s Creative Writing – Certification – 2017, Writing 2017 – (Certificate), Health awareness week 2015 (Certificate), Youth camp for better future 2016 (Certificate) Conflict management 2007 – (Certificate), Mine protection 2007 – (Certificate ), Program for change and leadership 2005 (Certification) Theater and script 2008 – (Recognition_ Student resource center – University of Pristina 2010 (Certificate), Health awareness week – (Certificate) 2016, RKS – Drama lab 2021/2022 and East side of the stage 2023. Liria was the co-screenwriter of the feature film “Coma” with Production from Macedonia, which was invited to the market at the Festival De Cannes 2022. In 2018, she directed the short film “Kik”, was the director and screenwriter. She has written 8 plays and 13 movie scripts. She continues to work with the film company “Galaktika picture”.

 

Calendario residenze

  • 13-18 febbraio 2023: Sonia Antinori a Pristina (Kosovo);
  • 20-25 febbraio 2023: Sonia Antinori a Belgrado (Serbia);
  • 24-29 aprile 2023: Walter Prete a Tirana (Albania);
  • 16-21 maggio 2023: Tanja Sljivar a Cividale del Friuli (MittelFest);
  • 2-7 giugno 2023: Walter Prete a Skopje (Macedonia del Nord);
  • 13-18 giugno 2023: Dejan Dukovski a Tricase (Alibi);
  • 23-28 giugno 2023: Ivanka Apostolova Baskar e Iskra Sukarova a Lecce(AMA);
  • 12-18 agosto 2023: Jeton Nexiraj ad Ancona (Malte);
  • 4-9 settembre 2023: Dragana Tripkovik a Pesaro (MALTE)

Calendario meeting online

  • 27 gennaio 2023 alle 17:00: Sonia Antinori introdotta da Daria Lippi;
  • 03 febbraio 2023 alle 17:00: Ivanka Apostolova Baskar introdotta da Kristina Peseva-Dinovska;
  • 23 febbraio 2023 alle 17:00: Tanja Sljivar introdotta da Dimitrije Kovanov;
  • 3 marzo 2023 alle 17:00: Jeton Neziraj introdotto da Giacomo Pedini;
  • 31 marzo 2023 alle 17:00: Walter Prete introdotto da Patrizia Miggiano;
  • 7 aprile 2023 alle 17:00: Iskra Sukarova introdotta da Ivanka Apostolova Baskar;
  • 21 aprile 2023 alle 15:30: Dejan Dukovski introdotto da Simon Boberg;
  • 28 aprile 2023 alle 17:00: Dragana Tripkovic introdotta da Vasko Raičević.

Residenza a Pristina

TITLE: “PSST”, “PSST”

Surrounded by four walls there are two armchairs, one a little more comfortable than the other, where Milo rolls day and night and Vera sleeps. Between them stands an oval table with three chairs. Above it, there is a mobile phone and a pair of eyeglasses. The kitchen is placed inside the wall and only half of it works, while the other part is blocked inside the wall, due to technical problems. It has only one burner plate, which is used to prepare only Milo’s poor soup, with salt, water and insects. Gray and white, neon lights. The digital clock on the wall only shows the hours, but never the minutes. Below it is a door that leads to a small bedroom, Milo’s room.

Where all the memories of the family are gathered, preserved and clean objects. The air in this house, as in all others, is filtered by a device which is placed inside the wall and is programmed to filter the entire interior of the house. Its operation is managed by of the battery and the creation of new formulas on the digital screen that create an equation of the numbers of the old card and the new one.

(The lights go off and we notice Grandpa Milo standing in the middle of the room, lost in thought. In his right hand he hold a glass of water, and in the other he holds a pill)

GRANDFATHER: I held my head high, the sun had reddened my eyes, but I did not look away anyway. Its rays pierced my skin. I, lost in his light, was smiling. I felt good. I felt like I had seen it thousands of times, but this time, it was more beautiful, brighter, rounder. Suddenly, its view is enriched by some nomad birds, flying freely in the open sky. The sky had taken on a deep, blue hue, stretching in every direction that caught my eye. The white, puffy clouds moved lazily and 
slowly across the sky. I felt comfortable.. Calm.., I felt connected to something much bigger than me, something that had been missing from my soul for a long time.. Then someone called my name. I slowly looked away from the sky, my wife, Shpresa, appeared in front of me. Well, my ex-wife (he emphasizes) Shpresa, because she’s not here with me anymore, because she’s gone. Because she left me. Left me for a (he emphasizes) Sharri dog. (In a lower voice) Damned dogs. This is how it goes, today you have a wife, tomorrow, she quickly disappears . (Looks at the glasses on the table)) As quickly as she forgets her glasses, she forgets me. She can’t see without these glasses… (He takes off his glasses and puts on the grandmother’s glasses) We have the same eyes. (Milo takes off the glasses, puts them on the table, and rubs his eyes)

(The phone rings and Milo quickly picks it up.)

GRANDFATHER: Alo

LUAN: O Milo,

GRANDFATHER: Hey Luan

LUAN: Were you sleeping?

GRANDFATHER: No, no Luan. (doubtful) I woke up a long ago… LUAN: I just woke up. I called to tell you that I saw you in my dream. GRANDFATHER: Really? How was it?

LUAN: It was the two of us, and we were cleaning carpets at my place. I told you to stop, but you wouldn’t stop. I told you to stop again, but eventually, you just threw a bucket of water at me. That’s when I woke up.

GRANDFATHER: (laughing) Very well! I also saw a dream about a strong sun, with some clouds, birds…

LUAN: (stops him) Was I there?

GRANDFATHER: No

LUAN: Well, I don’t like it then! (Laughs out loud)

GRANDFATHER: (Milo agrees for the sake of agreeing) You’re right..

LUAN: How is Vera?

GRANDFATHER: Today the battery of the device will run up, she went to get the card and the new battery.

LUAN: How much time did it last this time?

GRANDFATHER: I don’t know, Luan, a week or two. I don’t know, I don’t even know if I already ate or not. I have a pill I take after my meals. (LUAN laughs) Did I already eat?

LION: How would I know milo? Do you feel fed up? Or are you hungry? GRANDFATHER: (Thinks) I don’t know…

LUAN: Think and you’ll remember Milo. But, listen. I sent you a snap last night… but you still didn’t open it.

GRANDFATHER: Really? (GRANDFATHER instinctively puts on GRANDMA’S glasses) Wait, let me see. (the snap shows a recording of two grasshoppers having sex while LUAN exclaims in sync with their actions. GRANDFATHER sees it, and laughs hard. In the background, LUAN can be heard laughing furiously. After this snap, Milo clicks on an unopened Snapchat story of GRANDMA’, and a photo appears, a little blurry from the fog, one where GRANDMA is seen petting a big Sharri dog. She is wearing an oxygen mask. GRANDFATHER gets angry and turns coldly to LUAN)

GRANDFATHER: LUAN I am hanging up because I need to go.

LUAN: Where are you even going to go, don’t lie. Stay, listen…

(Grandpa hangs up the phone. Grandpa gets up on his feet, not knowing what he’s thinking about doing. The sounds of some steps approaching the door of the house caught his attention.)

VERA: (From outside the door) Granpa, move away from the door!

(THE GRANDFATHER goes away from the door as far as possible. VERA goes inside quickly and locks the door after closing it. She has a full backpack on, a “psst” “psst” in her hand, and another one by her waist. She has an oxygen mask on her head.)

GRANDFATHER: Are you okay?

VERA: Yes Grandpa

GRANDFATHER: Why were you so late?!

(Vera begins to take of her coat, and oxygen mask) VERA: I wasn’t late.

(GRNDFATHER looks toward the clock on the wall) GRANDFATHER: U were gone for two hours

VERA: (looking at the clock) It has been one hour, grandpa

(GRANDPA gets closer to the clock and notices that VERA was right. He doesn’t speak. VERA opens her bag.

VERA: U put on grandmother’s glasses.

(GRANDFATHER notices the glasses, and removes them with hatred. They slip and fall on the floor. Vera looks at him, surprised.)

VERA: Why did u throw them like that?

(Grandpa blushes but he doesn’t give himself away, puts his own glasses and changes the topic) GRANDFATHER: Was it hard? Were there any dogs?

VERA: No grandpa.

GRANDFATHER: Those damned dogs… (looking at the pills and food that Vera is getting out of her bag.) Did u get any insects? Im hungry

VERA: Really, u already ate a little before I left.

GRANDFATHER: (realizes he has already eaten breakfast) Actually, youre right, I better eat later. (Immediately goes to the table and sits there, and then takes his pill with a glass of water that was standing there before. Vera looks at him.)

(The device gives a signal, which indicates that the battery must be replaced. VERA takes the new battery in her hands, turns to GRANDFATHER)

VERA: Grandpa will you replace it?

GRANDFATHER: No, you should learn to replace it yourself as well.

VERA: (scarily) Okay… I’ll try quickly.

GRANDFATHER: Don’t worry.

VERA: (She gets close to the device with the new battery) 3…2…1 (Both of them hold their breath. Vera makes sure to change the old battery with the new one. GRANDFATHER’S face turns red, and it’s clear that this is hard on him. For a moment, his nose starts to bleed. Once he notices, he quickly cleans his nose, so Vera won’t notice. Meanwhile, she has copied the dates of the old card with the new one and activates the device again. A signal is heard, and both start breathing again.

VERA: (worried) Was it hard for you? GRANDPA: Not at all.

(VERA notices that it wasn’t easy for him, but she doesn’t ask him more questions. She goes towards her bag)

VERA: I have a surprise, grandfather GRANDFATHER: What?

(VERA takes out from the side pocket of her bag, a small glass bottle with a little liquid inside, goes to the machine and touches a button which causes the opening of a small hole in its upper press. She pours the liquid there, presses the same button, the hole closes and turns to GRANDFATHER. Quiet. GRANDFATHER starts sniffing the air intensely. He has an expression of liveliness on his face)

GRANDFATHER: The sea!

SUMMER: Himare, October 2035…

GRANDFATHER: (GRANDFATHER gets excited) Oh… Our last vacations… I remember how happy you were, Summer…

VERA: You too, Grandpa

GRANDFATHER: (Breaths heavily) Yesterday I saw a dream. First I could see the sky. Clear, with few white clouds and with a strong sun in the middle. It was hurting my eyes. I looked down and saw grandmother in front of me. We were at the sea… You were bathing on the shore and you called me to come to you. Your Mom and dad were also there..

(VERA is touched but does not give herself)

VERA: Grandpa, do you remember how you shouted at me when I swam away from the shore?

GRANDFATHER: (seriously) I yelled at you because you don’t know how to swim!

VERA: (angered) I knew how to swim, grandpa! I don’t know how many times I said it! I know how to swim because I used to swim far!

(GRANDFATHER laughs at VERA’s reaction, making VERE laugh as she understands GRANDFATHER’s game. Suddenly, this laughter provokes GRANDFATHER to cough, which gradually becomes harder. Worried VERA approaches him to help him. He covers his mouth with the side of his hand when coughs, and squeezes his chest tightly with the other. VERA quickly takes the glass from the table and refills it with water. GRANDFATHER meanwhile calms down. VERA hands him the glass and he drinks. He leaves the glass on the table. There are blood stains around the glass.)

GRANDFATHER: It’s nothing Vera, don’t worry… I better go lie down for a bit.

(GRANDFATHER heads to the bedroom. VERA has remained speechless. She has her eyes fixed sadly on the glass of blood on the table.

VERA: I was number 38 in the line of a hundred people waiting to get their their survival batteries. Number 39, Rrezja began opening her heart to me. The tale goes.. there is an uncanny tree, the most magical of its kind, with neon green apples hanging from its branches. It grows where the sun shines and burns, there, past the wall of Obiliq. Once one bites the apple, one’s blood starts to glimmer, and their cough turns into laughter. I must pass three fields and 2 rivers, to get to its roots, and harvest its light. Maybe, then, my grandpa will start remembering again, breathing again, and laughing again. I will pave the way with my “psst” “psst” leaving sparks behind, I’ll be a forest fairy, Tinkerbell!

(VERA checks her bag)

(VERA approaches the kitchen and shakes the pills. She starts talking to herself) VERA: Mhm, extra pills, batteries, grasshoppers, mhm.

(VERA starts writing a note for her grandpa before she takes off. She reads it outloud while she scribbles it)

VERA: I am going to be gone for a couple of days. Don’t long for me and don’t worry about me. I will be coming back and bringing good news along with me. Take care of yourself. Hugs.

(Vera puts on her oxygen mask and makes sure it is set right. Vera opens the door and gets out. Silence)

(GRANDFATHER returns to the living room from his bedroom. He walks slowly swaying towards the table. He picks up grandmother’s glasses from the ground and puts them on the table, where they were at the beginning of the play. He than notices Vera’s note on the table. He reads it, turns his gaze to the door, and lets out a sad sigh)

AMA – Accademia Mediterranea dell’Attore di Lecce è un’Associazione culturale legalmente costituita, fondata nel 2015 da Franco Ungaro, precedentemente cofondatore e direttore dei Cantieri Teatrali Koreja di Lecce. Per tre anni, 2022-2024, è una realtà finanziata dal FUS. Gli obiettivi dell’associazione sono: perseguire l’alta formazione nei settori del teatro e delle arti performative, di realizzare eventi artistici e culturali, di promuovere collaborazioni e partnership sul territorio nazionale e internazionale. Propone un’attività di produzione e promozione nel campo delle arti performative, anche attraverso l’organizzazione e la partecipazione a festival e mostre. Organizza seminari e workshop per attori tenuti da attori e attrici, danzatori e coreografi appartenenti alle più importanti scene nazionali e internazionali.

ASSOCIAZIONE MITTELFEST: L’Associazione Mittelfest organizza un festival multidisciplinare (teatro, musica e danza) e internazionale, operando in due direzioni: da un lato come vetrina dello spettacolo dal vivo dell’Europa centrale in Italia, dall’altro come istituzione culturale radicata nel territorio di Cividale del Friuli. L’Associazione funge da ponte tra la dimensione nazionale e quella mitteleuropea. Mittelfest nasce nel 1991, in un periodo di rinnovato incontro tra oriente e occidente, nell’ambito del Pentagono, che ha poi coinvolto i governi di Italia, Austria, Jugoslavia, Cecoslovacchia e Ungheria, e che negli anni si è esteso a 19 nazioni dell’Europa centro-orientale dando vita all’Iniziativa Centro Europeo (ince – Cei).

MALTE (Musica, arte, letteratura, teatro): Nel 2021 MALTE ha raggiunto il suo quindicesimo anno di attività. Nata a Imola (BO) con lo scopo di unire i linguaggi espressivi, nei primi tre anni ha svolto un’ampia promozione culturale. Dal 2009 Maltese si è trasferita ad Ancona: ha seguito un forte radicamento nel territorio marchigiano con specifiche attività. Werther Project (2010) ha approfondito l’attenzione al transculturalismo, consentendo l’accesso alla fruizione artistica a fasce di popolazione solitamente poco rappresentate.

ALIBI artisti liberi indipendenti: Alibi deriva dal latino alius ubi e significa “altrove”. Da un altro dove, ad un altro dove, ad un altro dove. Qui c’è tutto: la lunghezza di un viaggio di ritorno, il calore di chi si ritrova, l’attesa di chi sta per partire. Loro sono gli altri dove di memoria, altri dove non sospettano, in cui saremo nei giorni a venire. Dove incontrarsi. Da cercare insieme. Nata a Tricase (LE) nel gennaio 2013, Alibi artisti liberi indipendenti è una compagnia teatrale che negli anni ha saputo distinguersi per il coraggio, la bellezza degli spettacoli e per un costante impegno nel leggere e interpretare il presente.

A.T.K. ALBANIAN THEATRE ASSOCIATION: A.T.K, è nata a giugno del 2001 a Elbasan. Alla base del loro progetto risiede una vocazione artistica, che desidera contribuire alla realizzazione di idee e iniziative comuni al fine di abbracciare le tendenze dell’arte moderna europea in generale e teatrale in particolare. I membri di questa associazione contribuiscono in modo sostanziale alla realizzazione di arti performative.

MACEDONIAN CENTER ITI/PRODUKCIJA: Il Centro Macedone ITI/PRODUKCIJA sviluppa e promuove a livello internazionale le arti performative contemporanee locali: teatro, opera/teatro musicale, danza, performance. Favorisce la comunicazione a livello internazionale, l’educazione, l’editoria e le produzioni collaborative.

ATAC Alternative Theatre Active Company: ATAC è un’associazione di artisti, professionisti e studenti fondata nel 2011. ATAC utilizza il linguaggio delle arti performative in modo alternativo, con grande attenzione alla produzione e presentazione di prodotti artistici attivi, professionali e indipendenti.

UUU ARTISTIC UTOPIA: Artistic Utopia, insieme al gruppo non formale Hleb teatar, fa parte di un progetto artistico e di un gruppo composto da artisti e attività interdisciplinari appartenenti a diverse generazioni e background, uniti dalla passione per le arti performative, danza e teatro, attraverso processi di ricerca provocatori e socialmente e politicamente coinvolti.

QENDRA MULTIMEDIA: Qendra Multimedia è un’Associazione Culturale con sede a Pristina, in Kosovo. Il loro focus principale è il teatro contemporaneo e la letteratura. Sono considerati una delle compagnie più importanti e provocatorie del Sud Est Europeo.

TULLA: Culture Centre: TULLA – Centro culturale è un hub creativo pionieristico in Albania, creato con l’obiettivo di collegare l’attivismo sociale con l’arte e la cultura come forma efficiente per creare una maggiore coesione sociale fornendo ai gruppi emarginati l’accesso alle arti, alla cultura e alle nuove tecnologie. Seguendo le tendenze in tutto il mondo, gli hub creativi sono diventati un termine nebuloso nel corso degli anni, ma per TULLA “hub” è un luogo fisico o virtuale che riunisce le persone che lavorano nelle industrie creative e culturali. TULLA è un’impronta digitale unica a Tirana, poiché il suo modello è determinato dalla posizione geografica, dal contesto culturale, dai requisiti della comunità e ha anche un modello di finanziamento unico. TULLA è fortemente collegata in tutta l’Albania e ha avviato collaborazioni, creato possibilità, condotto programmi educativi non formali per giovani, professionisti, innovatori, artisti, attivisti, organizzazioni della società civile, ecc.